Monday 3 May 2010

Sul digiuno proposto da Gabriel Pombo

Comunicato dal Centro di Sterminio di Madrid V - 7 dicembre 2009
Come sapete sia io che un compagno di qui (Centro Penitenziario Madrid V) non solo appoggiamo, ma assecondiamo e partecipiamo al digiuno (cosa che abbiamo già fatto con i nostri precedenti comunicati); abbiamo anche messo in chiaro che, in maniera indipendente ma anche come contrasto positivo e di complementarità, abbiamo aggiunto le condizioni specifiche in materia punitiva che subiamo nello Stato spagnolo. Questo vuol mettere in evidenza che la questione CARCERE-MORTE colpisce TUTTI I PRIGIONIERI, ma in "Spagna" la situazione è di autentica pazzia, in cui lo sterminio dei prigionieri è qualcosa di "naturale".
L'altro giorno ho ricevuto la lettera di un anarchico italiano. Ha ragione. Non dobbiamo dimenticare i compagni caduti in questa guerra sociale a livello mondiale. MAI! Persone come Alfredo Maria Bonanno, del quale ho letto molti dei suoi testi, soprattutto "La gioia armata", Christos Stratigopoulos, gli anarchici serbi, Zoe la compagna caduta in Francia, Mauricio caduto in Cile, Xosé Tarrío che ci ha lasciato da alcuni anni, Paco Ortiz al quale dobbiamo tanto. Questi compagni (e moltissimi altri) sono caduti nella loro lotta contro il dominio, come conseguenza del loro pensiero. "Agire come si pensa" senza concessioni. Ricordarli deve servire per qualcosa. Dovrebbe servire per qualcosa. Tutto questo che vi commento, non è un ostacolo a che si inquadrino queste giornate nella guerra simmetrica che manteniamo contro il carcere-morte perché, a mio avviso, la più grande offesa sociale che una persona possa soffrire è quella determinata da altri "esseri umani" che dispongono che noi, altri esseri umani, dobbiamo esser schiavi. NON DIMENTICHIAMO, NON PERDONIAMO!
Libertà per tutti quelli che hanno già scontato la loro condanna.
Libertà per tutti i malati con patologie psichiche/fisiche incurabili.
Chiusura dei Centri di Detenzione per Minori (futuri inquilini dei Centri di Sterminio).
Libertà e giustizia popolare per le donne vittime degli abusi in prigione, così come per tutti i compagni perseguitati per esercitare l'inestimabile diritto del mutuo appoggio verso i prigionieri.
Abolizione dei "tribunali eccezionali" e delle "carceri nere". In definitiva: distruzione dell'oscura industria dell'assassinio legittimato di massa (istituzionalizzato) "democraticamente".
Fine delle legislazioni, a livello internazionale, in materia penale/punitiva, il cui supporto ideologico/morale si basa sul "diritto penale contro il nemico". Se le cose stanno così, non ci dobbiamo nemmeno porre la risposta.
Scomparsa delle strutture dell'oppressione: carcerieri, giudici, poliziotti, medici-forensi e avvocati che proteggono l'esercizio della tortura e la praticano con totale impunità. Disprezzo verso quelli che acconsentono con il loro complice silenzio.
Scomparsa degli "spazi scuri" (d'isolamento) in cui si praticano atti sistematici ed esecrabili contro i detenuti. Gli isolamenti carcerari AMMAZZANO.
Lascino in pace i nostri familiari e amici. Che cessi il controllo delle comunicazioni su tutti gli aspetti e cessi anche l'umiliazione che subiscono i visitanti.
Se consentiamo che continuino a trattare così, amici, non meritiamo di vivere come liberi esseri umani.
L'estensione della guerra contro la disuguaglianza è un dovere, non un "picnic".
Per l'estensione della guerra sociale permanente a livello mondiale! Per la liberazione in ogni confine di questo mondo di tutti quelli che subiscono gli effetti dell'autoritarismo/dominio! Per la VITA! Noi non vi dimentichiamo.
Un abbraccio a tutte e tutti. A Nuria e a Marco Camenisch, a Joaquín Garcés Villacampa, grazie.
NOI NON CI RASSEGNIAMO, MAI LO FAREMO.
NON USCIREMO GRATIS.
p.s.: Che sia chiara una cosa. Io escludo completamente dalle mie azioni individuali i violentatori sistematici/occasionali, i pedofili, gli assassini di bambini, i maltrattatori, i trafficanti, i gangster polizieschi/confidenti. La morale di questi dementi è la morale delle istituzioni punitive borghesi. Si alimentano a vicenda, per semplice analogia, trattandosi di istituzioni/individui che disprezzano profondamente il diritto alla vita di altri esseri umani che sono vittime delle loro pulsioni; inoltre, esercitano tale attuazione assassina, propria delle istituzioni violenti borghesi, protetti dall'imperante patriarcato e pertanto sono nemici di classe e collaborazionisti del sistema carcerario. Il violentatore e colui che maltratta in famiglia vengono compensanti all'interno del carcere. Io con questa gente non faccio nemmeno un passo. Inoltre, io non ho soluzioni per i loro comportamenti, semplicemente mi provocano schifo e ripugnanza. Bisognerà cambiare molto rispetto a molte cose, ma io non sono uno "scienziato".
Juan Carlos Rico Rodríguez
Mer, 16/12/2009 – 14:59

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