Monday 3 May 2010

LONDRA – VISITA ALL’AMBASCIATA GRECA. SOLIDARIETA’ A CHRISTOS ED ALFREDO

Mercoledì 10 febbraio 2010, un gruppo di amici e compagni si sono recati presso l’ambasciata greca a Londra per protestare contro le condizioni detentive delle prigioni greche e per consegnare un fax al ministro greco della giustizia (vedi sotto), in cui si chiedeva l’immediata scarcerazione di Alfredo Maria Bonanno, detenuto da sei mesi con l’accusa di concorso in rapina nonostante le sue precarie condizioni di salute in continuo deterioramento. Il gruppo ha raggiunto l’entrata principale dell’ambasciata con il testo del fax, ha appeso uno striscione sulla balconata con la scritta “Fuoco alle prigioni! [in greco ed in inglese] Alfredo Bonanno e Chgristos Stratigopolous liberi [in inglese]” e ha tentato di entrare nell’edificio. Gli impiegati dell’ambasciata, che i compagni hanno visto agitarsi dietro la vetrata, si sono rifiutati di aprire la porta. Pochi istanti dopo, sono sopraggiunte cinque auto della polizia e un consistente numero di poliziotti si sono precipitati sulle scale e all’interno dell’ambasciata (pare che la simbolica immunità territoriale delle ambasciate non esista più). Fedeli al disprezzo che i governi solitamente dimostrano verso le persone che pretendono di rappresentare, gli ufficiali dell’ambasciata si sono rifiutati di prendere la lettera dei compagni. Nonostante gli sbirri abbiano intimato a questi ultimi di allontanarsi, i solidali sono rimasti sulla balconata dell’ingresso dell’ambasciata, mentre alcuni di loro distribuivano volantini e copie del fax ai passanti. Nel frattempo altri poliziotti, visibilmente armati, hanno raggiunto i loro colleghi. Il gruppo di solidali ha lasciato l’entrata dell’ambasciata solo dopo aver visto una copia del fax nelle mani di uno dei capi dell’ambasciata.

Questa piccola dimostrazione di solidarietà aveva lo scopo di mostrare allo Stato greco che i nostri compagni imprigionati non sono soli. Sappiamo perfettamente come, nell’ambito della lotta contro la repressione e a sostegno dei compagni detenuti, questo tipo di azioni siano futili in sé per sé, e dovrebbero perciò essere collocate nel contesto di una più ampia ed estesa progettualità di solidarietà internazionale mirata alla generalizzazione dell’attacco contro l’esistente.
Infatti, nella serata di quello stesso giorno, abbiamo ricevuto la notizia dell’ennesimo rifiuto della richiesta di domiciliari per Alfredo, richiesta ancora una volta motivata dallo stato di salute di quest’ultimo. Questo non fa che confermare quanto era già chiaro a tutti: la continuata detenzione di questo compagno non ha nulla a che vedere con procedure giuridiche ma è una questione di vendetta politica avente lo scopo di distruggerlo fisicamente e psicologicamente. Se gli aguzzini riescano o meno nel loro intento è una questione che riguarda l’intero movimento, per cui spetta ora ai compagni decidere ora che parti prendere in questa vicenda. Svariate dimostrazioni di solidarietà si sono finora verificate in diverse parti d’Europa e oltre. Che esse continuino a diffondersi, a seconda della creatività e della scelta di metodi di ciascuno.
Ogni atto specifico di solidarietà per un compagno diventa un atto per tutti e coinvolge ogni sfruttato cosciente, dentro e fuori le prigioni del capitale, nel bisogno comune di abbattere dovunque le mura dell’oppressione e della miseria, di radere al suolo tutte le galere e di irrompere nella sfida infinita della libertà.



Testo del fax

Al Ministro greco della Giustizia.

Siamo qui per denunciare la continuata detenzione di Alfredo Maria Bonanno nel carcere ateniese di Koridallos, nonostante il ministero della giustizia abbia annunciato che centinaia di prigionieri attualmente rinchiusi in condizioni che rasentano la tortura nelle sovraffollate prigioni e nei lager greci sarebbero stati rilasciati in attesa di processo.
Tenuto conto dell’età avanzata di Alfredo Bonanno, del suo stato di salute seriamente compromesso e del fatto che le accuse a suo carico siano di minore portata, è assolutamente palese come la prolungata detenzione di questo compagno anarchico di 73 anni non sia motivata dall’accusa ufficiale di concorso in una rapina avvenuta nella cittadina di Trikala sei mesi fa, ma sia un caso esemplare di vendetta politica contro le sue idee, una vendetta che mira al suo annientamento fisico e psicologico.
Da decenni attivo nel movimento anarchico, partecipe della resistenza contro la dittatura greca dei colonnelli (1967-1974), scrittore ed editore di scritti teorici anarchici: queste sono le ragioni politiche per le quali Alfredo Bonanno continua ad essere rinchiuso in condizioni seriamente pericolose per la sua esistenza.

Con questo intervento noi, alcuni anarchici e amanti della libertà, chiediamo da Londra l’immediato rilascio di Alfredo Maria Bonanno.

Iniziativa di Solidarietà internazionale per Alfredo M. Bonanno

Per la distruzione di tutte le prigioni


Testo del volantino

Nel contesto di un sistema economico globale basato sul saccheggio delle risorse naturali e lo sfruttamento di milioni di persone, i greci, come tutte le altre popolazioni del pianeta, sono alle prese con una situazione economica di particolare gravità, dovuta all’ingordigia di banchieri, politici e clericali.
In quel paese di particolare bellezza, spesso considerato solo come un’accattivante destinazione turistica, sono soprattutto i giovani, gli immigrati e i lavoratori super sfruttati ad accusare il colpo della crisi. Politiche repressive e giudiziarie a dir poco brutali vengono applicate in Grecia con sempre maggiore intensità, un fenomeno destinato ad aggravarsi con l’aumento del numero di persone spinte oltre ai limiti dell’accettazione stoica. Nelle settimane successive al 6 dicembre 2008, giorno in cui un poliziotto assassinò a sangue freddo il quattordicenne Alexandros Grigoropolous, l’intero paese tremava di fronte al furore di centinaia di studenti in rivolta, presto affiancati da migliaia di anarchici, immigrati e giovani disoccupati in una ribellione sociale diffusa.
Rappresentanti delle forze di repressione di questo paese [Gran Bretagna] si sono recati in Grecia per aiutare i loro colleghi ellenici nell’opera di repressione della ribellione in atto.

Nonostante un lungo sciopero della fame iniziato da circa 8.000 detenuti nel novembre 2008, le prigioni greche sono sovraffollate all’inverosimile ed alcune di esse sono in tali aberranti condizioni che perfino le guardie carcerarie le definiscono campi di sterminio. Le promesse fatte dai politici del governo socialista recentemente eletto sono state per lo più disattese e migliaia di prigionieri continuano a versare in condizioni abominevoli e disumane.
Al momento, tutte le espressioni di rabbia e ribellione in Grecia sono brutalmente represse, sia dentro che fuori le mura delle prigioni, ma la lotta per la libertà è sempre vibrante e viva, ed è una fonte di ispirazione dovunque.
Lo spirito di ribellione non verrà mai soppresso.
Solidarietà attiva nella lotta.
Distruggere tutte le prigioni.

Foto su sysiphus-angrynewsfromaroundtheworld.blogspot.com
Lun, 15/02/2010 – 12:41

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