Wednesday, 19 May 2010

Greek Embassy in Prague attacked (Czech)

May 14th, 2010
27 April 2010
“Anarchist Lambros, A. M. Bonanno, Stratigopoulos, Dimitrakis, Maziotis, Kortetis, Stathopoulos, Gournas, Poupa, Nikitopoulos and many others, whose names we will never learn are marked as terrorists by the media because they fight against such a terrorist system as capitalism.
In a system in which money is always in the first place, human life has no value. Anarchists have different priorities. Money is of no importance to them, human life is more important.
The mainstream media will not tell you the truth, you have to search for other sources of information.
Governments and capitalists make debts which we, the working people, have to pay for.
To show solidarity with the Greek anarchists and the whole proletariat, we have damaged the Greek embassy in Prague.
We chose the day of international solidarity with our imprisoned comrade, anarchist Giannis Dimitrakis.We demand the immediate release of all our comrades!
We will not tolerate repression by this system! The popular uprising in Greece is our inspiration and proof that we cantake back our lives!
Fight for a fight!”
Angry Brigade

Wednesday, 12 May 2010

POSTER ATHINA

Nessuna fortezza del potere è invulnerabile… se siamo determinati
Non ci convinceranno mai, questi fanatici della democrazia, che vita significa sopravvivenza, che il lavoro libera, che dobbiamo essere schiavi sottomessi negli ingranaggi di una macchina globale fondata su sfruttamento e oppressione.
Non diventeremo mai "bravi cittadini" sprofondati nella deprimente solitudine del nostro divano, codardi al comando della dottrina della sicurezza, soddisfatti dalla mediocrità della nostra esistenza.
Non riusciranno mai a correggere i nostri desideri con leggi, regolamenti e galere.
Ci saranno sempre quelli che osano e attaccano la logica e la morale del dominio, la quale brucerà nello stesso fuoco nel quale abbiamo acceso le ceneri della conoscenza e la fiamma dell’azione.
Non ci interessa creare il mito dell’ azione – uno strumento nelle mani di ogni oppresso che abbia una coscienza - perché non siamo interessati alla distinzione tra "innocenti" e "colpevoli", tipica della legalità e di tutti i suoi leccapiedi.
Salutiamo e rispettiamo le scelte personali e le multiformi azioni dei compagni – anarchici, rivoluzionari e ribelli – che guardano il nemico negli occhi e attaccano conservando un sogno nel loro cuore. Contro l’esistente e i suoi difensori, affermiamo la nostra solidarietà nella pratica e i nostri desideri furiosi, fino alla distruzione delle prigioni e della società che le crea.
LIBERTA’ PER GLI ANARCHICI ALFREDO BONANNO E CHRISTOS STRATIGOPOLOUS, ACCUSATI DI RAPINA E

Friday, 7 May 2010

Edizioni Anarchismo - Catalogo aggiornato e sottoscrizioni Alfredo e Christos

da informa-azione
Sul sito delle Edizioni Anarchismo - www.edizionianarchismo.net - è possibile scaricare il catalogo aggiornato (maggio 2010).Sono disponibili delle copie delle riviste "Anarchismo" e "Provocazione" degli anni '80 e '90. Per richieste e per la lista aggiornata dei numeri contattateci: edizionianarchismo@gmail.com
Il 1° ottobre 2009 Alfredo Bonanno è stato arrestato in Grecia con l’accusa di rapina. Con lui, il compagno Christos Stratigopoulos.Da metà gennaio si trovano nel carcere di massima sicurezza di Atene, dopo più di tre mesi passati nel carcere di Amfissa, un vero e proprio lager. A Korydallos la detenzione è comunque molto dura, e risulta particolarmente gravosa per Alfredo, le cui condizioni di salute stanno continuando a peggiorare. Nonostante l'evidenza della situazione, nonostante le reiterate richieste di scarcerazione per motivi di salute, la detenzione preventiva è stata prolungata di ulteriori sei mesi. Appare evidente il tentativo da parte dello stato greco di costruire un castello accusatorio intorno a una vicenda di per sé assolutamente lineare - una rapina finita male - per colpire quanto più duramente possibile chiunque mostri di non accettare - con le sue idee, con le sue azioni - la realtà di ingiustizia e di oppressione che tutti ci circonda.In Grecia in particolare la repressione acquisisce ogni giorno di più i contorni di una lotta senza quartiere contro i compagni e chiunque osi sottrarsi alla rassegnazione, fino a raggiungere livelli inaccettabili persino per la cattiva coscienza dei benpensanti.Molti compagni ci chiedono se è possibile fare qualcosa. Proponiamo una sottoscrizione – nelle modalità e con le forme che i compagni riterranno opportune – per affrontare le spese legate alla detenzione dei compagni. Per qualsiasi comunicazione è possibile fare riferimento ai recapiti delle edizioni (Posta: A. Medeot, C.P. 3431, 34128 Trieste - E.mail: edizionianarchismo@gmail.com).Versamenti sul conto corrente postale n° 23852353, intestato ad A. Medeot - C.P. 3431 - Trieste con causale “sottoscrizione arresti in Grecia”.Alfredo Bonanno - Christos StratigopoulosFilakes Solomou 3-518110 - KorydallosAthens (Greece)
Gio, 06/05/2010 – 10:17

Monday, 3 May 2010

Il gioco delle parti

(Tradotto da un volantino inglese sulla vicenda di Alfredo e Christos. Titolo originale: Fair Play).

Christos ha osato ma non ce l’ha fatta, Alfredo si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato e anche lui ha perso la libertà. E’ il gioco delle parti, qualcuno ha commentato. E chi più di un anarchico o di un’anarchica accetta la responsabilità individuale delle sue azioni? Chi più di un anarchico può guardare il nemico, e soprattutto i propri compagni, negli occhi ed affermare la premessa etica delle sue azioni? Se qualcosa va storto e l’anarchico si ritrova nelle mani del nemico, egli non grida allo scandalo, sa che gli accoliti e i cani da guardia del capitale sono sempre pronti a denunciare, arrestare e imprigionare chiunque venga catturato mentre trasgredisce il codice di sottomissione ed obbedienza. La forza morale e fisica che i compagni chiamano a raccolta quando si ritrovano a soffrire nelle mani degli aguzzini della repressione non viene dal concetto di "gioco delle parti", che implica una base logica di uguaglianza e imparzialità quale si può trovare nei campi da gioco di Eton o in un incontro amichevole tra Oxford e Cambridge. Vecchi insegnamenti biblici come "occhio per occhio, dente per dente" sono difficili da eliminare, ma non rientrano in nessun modo nel concetto di libertà e rivoluzione. La finta oggettività delle legge, a (il crimine) = b (la punizione), esiste solo nei sogni ad occhi aperti dei borghesi. La contabilità è confortante e soporifera.
Tuttavia, un certo livello di calcolo può essere tentato dal rapinatore di banche professionista: certo, rapinare banche potrebbe anche essere un lavoro, un lavoro in cui il fattore rischio si calcola più facilmente di quanto non si possa fare con un lavoro schiavista e ripetitivo, eseguito giorno dopo giorno, mentre si viene avvelenati lentamente da sostanze tossiche, o si rischia di cadere da un’impalcatura, o la propria mano viene tranciata da una sega circolare. Il rapinatore professionista può servirsi della legge (niente a che vedere con la "giustizia" nel vero senso della parola) per calcolare le sue potenziali perdite e guadagni in termini di dignità, tempo libero e qualità della vita. Finché egli riesce ad essere prudente e non troppo ingordo, finché non diventa esuberante e sdegnoso dello Stato, finché non spara ad uno sbirro: in quel caso, l’equilibrio oscilla ed egli deve difendere la sua libertà ad ogni costo. Nel caso contrario, il meglio in cui può sperare è una raffica di proiettili, il peggio è decenni di segregazione e isolamento dietro le sbarre. Il potere deve difendersi anche dagli eroi popolari; e una volta che i media hanno fatto il loro sporco lavoro, il resto è facile.
Per gli anarchici il discorso è diverso. Coloro che rifiutano di sfruttare altri o di essere sfruttati in cambio di un salario pongono se stessi in una logica diversa da quella del capitale, in modo da essere meglio attrezzati – in termini di tempo e di una mente libera dal fardello del compromesso e dell’auto-disprezzo – nel penetrare il versante qualitativo della realtà. Il denaro perde la sua onnipresenza divina e diventa un semplice espediente, spesso ridotto al minimo indispensabile. Un compagno non risparmia denaro, né risparmia se stesso. Una volta liberati dalla logica dello scambio, il lavoro, lo studio, il gioco e l’attacco si intrecciano come componenti di una progettualità che deborda senza misura. In quella dimensione, in una vita senza garanzie coscienziosamente scelta, il bisogno di denaro non viene eliminato ma viene rimosso dalla posizione centrale che esso assume sotto il capitale. Non che si possa vivere fuori dal capitale, ma si può avere una diversa relazione con esso, una relazione di non sottomissione, che è poi il miglior modo per combattere contro di esso. Il pensiero e il potere di osservazione diventano infatti più acuti ed affinati se non sono sottomessi alla brutalizzazione del lavoro. Per un rivoluzionario, la mancanza di denaro non è mai una scusa per non affrontare le proprie responsabilità nella vita e nella lotta. Quando il denaro diviene una necessità per andare avanti, si può anche decidere di guardarsi intorno, attrezzarsi, osservare il lavoro del nemico e, perché no, trovare i mezzi necessari per ovviare a qualche necessità concreta. Questo non è poi così difficile una volta che la "scissione morale" che ci viene imposta fin dalla nascita viene superata e noi ridiventiamo un tutt’uno con la nostra coscienza.
Un compagno diventa un pericolo reale per il capitale e per i suoi cani da guardia e bravi cittadini nel momento in cui smette di vendere ad un padrone la propria forza, ingenuità ed intelligenza in cambio di un salario, e le rivolge invece contro l’intero sistema di sfruttamento e saccheggio, cioè contro il capitalismo e lo Stato. Non è una rapina fallita a conferirgli lo status di nemico pubblico, così tanto sventolato dai media greci nel caso di Alfredo in seguito al suo arresto, ma il fatto che egli ha osato rivolgere il suo sapere e le sue idee contro lo Stato e il capitale; e in modo ancor più perverso, secondo l’ottica del potere, di averli condivisi con altri in una dimensione di complicità.
Perché un anarchico non nasconde il suo sapere per innalzare la sua posizione sugli scaffali delle botteghe del mondo accademico. Invece, trascorre intere ore, giorni e notti su libri, stampanti mal funzionanti, tavoli di rilegatura improvvisati, lunghe attese in coda all’ufficio postale… in modo che ogni compagno possa usufruire di quei libri. Questo è il colpo finale, la conferma che si tratta di una mente diabolica da distruggere ad ogni costo. Ma questo non deve accadere in modo aperto ed eclatante. Per dio, siamo un popolo civile! Siamo contro la pena di morte. I colonnelli sono stati deposti il 17 novembre 1973 dai nostri bravi studenti e cittadini di valore, un fatto che celebriamo ogni anno in occasione dell’anniversario, in modo pacifico naturalmente. Di più, siamo una democrazia… No, siamo la patria della democrazia, il fondamento della civiltà…
Che cos’era allora quella storia del gigante e della mosca? Quante pulci e pidocchi servono per far impazzire un uomo? Quanti uomini si possono chiudere in una singola cella prima che tutti diventino pazzi? Quanto devono deteriorare le condizioni igieniche prima che tutti soccombano a malattie e malori di vario genere? Che cosa dite? Campo di concentramento? Crematorium? Chi credete che siamo, Hitler? Siamo socialisti e abbiamo una guerra sociale nelle nostre mani…
No, qui non siamo alle prese con oggettività, eguaglianza e imparzialità. Qui siamo alle prese con il nemico, con i suoi servi e con le strutture di un sistema assassino basato sulla sottomissione e lo sfruttamento di milioni di persone in tutto il pianeta.
Tutti i nostri compagni imprigionati, non importa dove siano e in quali circostanze siano stati arrestati, sono tenuti in ostaggio non per il "crimine" indicato sul mandato d’arresto, ma per il vero crimine che hanno commesso, il crimine della libertà, il crimine di essere anarchici, ribelli e rivoluzionari. E questo è il motivo per cui non dobbiamo abbandonarli.
Fonte: sysiphus/angrynewsfromaroundtheworld/blogspot.com

Berlino - Su repressione, prigionieri e solidarieta

Un breve report sulla situazione a Berlino per quanto riguarda solidarieta' e prigionieri.
Qui un paio di fatti stringati sulla situazione a Berlino di alcuni/e compangi/e prigionieri, sulla solidarieta' ed il controllo poliziesco.
Alex e Christoph
Alex e Christoph sono una compagna ed un compagno che si trovano in custodia cautelare a Berlino.
Entrambi sono accusati di aver dato fuoco a delle auto di lusso nel quartiere di Friedrichshain.
Dal momento che la pratica dell' incendio di auto lussuose o appartenenti ad imprese varie come protesta attiva contro la riqualificazione urbana e le minacce di sgomberi vari non accenna a fermarsi nella capitale tedesca (sulle 230 solamente dall' inizio dell' anno), ma invece si estende anche alla citta' di Amburgo negli ultimi mesi, le autorita' non sanno piu che pesci pigliare se non quelli di arrestare due persone per farne degli esempi ammonitori per tutti/e gli/le altri/e.
Alex e Christoph appunto.
Imprigionati sulla base di nessuna prova se non quella di essere due persone attive nel movimento e amare il colore nero, si trovano al momento sotto processo accusati di incendio. Arrestati, entrambi incarcerati e scarcerati subito dopo per mancanza di prove, appunto, vengono rimprigionati poco dopo a causa della campagna mediatica che si e' scatenata contro la decisione dei giudici troppo „buoni“, si trovano al momento in prigione rispettivamente da maggio e luglio scorso.
Il processo di Alex ha avuto gia' due sedute durante le quali i vari testimoni dell' accusa hanno dimostrato nuovamente come non ci sia alcuna base per la loro incarcerazione se non la strategia poliziesca e mediatica di statuire degli esempi. La poliziotta che ha arrestato Alex non ha potuto neanche dire se la persona da lei sospetta fosse donna o uomo... La sentenza di primo grado e' prevista per novembre.
Il processo di Christoph iniziera' invece martedi 20 ottobre.
I/le solidali si rifiutano di impostare una campagna basata sulla distinzione „buoni/cattivi“ (pratica per fortuna quasi sconosciuta qui) e ne reclamano semplicemente la liberta' incondizionata. Nel mentre, se la presenza polizesca nei quartieri di Kreuzberg e Friedrichshain e' sempre stata piu' che considerevole, a partire dalle Action Weeks dello scorso Giugno (due settimane di azioni diretta cotro sgomberi e riqualificazione urbana) si e' trasformata in una vera e propria occupazione del territorio: piu' di cento poliziotti, di cui la maggior parte sono in borghese, dell' unita speciale, pattugliano i due quartieri letteralmente ogni notte.
Sono scene normali quelle di avere alcuni furgoni antisommossa parcheggiati di fronte i vari ex-squat e pattuglie in borghese che effettuano controlli vari o cercano di intimidire i residenti. Molti agenti in borghese girano tra l' altro a piedi o in bicicletta.
Nonostante cio' le azioni continuano e non sono stati fatti arresti fino ad' ora, anche se se si e' „conosciuti“ o ci si veste di nero o in maniera da essere catalogati „autonomi o anarchici“ bisogna stare attenti perche' non si guarda in faccia nessuno/a: ognuno/a puo' venir arrestato semplicemente sulla base di tali motivazioni e perche' si trova nelle vicinanze di un' azione accaduta per caso nelle vicinanze. Quasi tutti gli eventi in solidarieta' organizzati per i due prigionieri sono stati oggetto di „attenzioni“ da parte della sbirraglia che ha sempre creato problemi e tentato di entrare nelle case dove erano stati organizzati, cosa che non gli e' riuscita e, in qualche caso, a lasciato dei segni sulle loro macchine.
Ad ogni modo, la caccia alle streghe continua e non si mai quello che bolle in pentola.
MG – gruppo militante
Dopo quasi un anno di processo, ieri e' volto al termine il processo contro Axel, Oliver e Florian, accusati di aver tentato di bruciare dei furgoni appartenenti ad un impresa che trae profitto dalla guerra (MAN), nonche' di essere membri del „militante gruppe (MG)“, gruppo clandestino di orientamento autonomo-comunista che ha portato avanti sulla trentina di attacchi incendiari contro simboli dello Stato e del Capitale a partire dal 2001 per dissolversi recentemente.
Come richiesto dal procuratore, i tre anno avuto sentenze dai tre ai tre anni e mezzo per associazione criminale e tentato incendio. Staranno fuori fino all' appello, probabilmente a meta' del 2010. Il 16 ottobre ) si e' svolto un presidio durante l' udienza a cui hanno partecipato un centinaio di compagni/e e la sera una manifestazione nel quartiere di Kreuzberg, a cui hanno preso parte 1000-1200 compagni/e.
Vari cassonetti sono stati dati alle fiamme durante la notte nel quartiere di Kreuzberg, in una citta' nuovamente sotto occupazione poliziesca. Due stazioni della posta DHL sono state attaccate a Erfurt in solidarieta' con i condannati, alcune auto di firme legate al business militare sono bruciate nella notte a Berlino, il che pure fa pensare ad un atto di solidarieta', almeno da quello che dichiarano giornali e polizia. Anche a Brema, Amburgo, Düsseldorf, Marburg e Stoccarda sono avvenute iniziative in solidarieta' con i condannati.
Primo Maggio
Varie sono state le condanne relative al primo maggio e anche pesanti come al solito, come tre anni per aver lanciato delle bottiglie o i due anni e mezzo al romano Christian P. per lo stesso reato. Tutte condanne esemplari per scoraggiare potenziali disturbatori, ovviamente dettate solamente da ridicole testimonianze di poliziotti vari.
Processi farsa appunto, ancora piu' farsa che a quelli a cui tutti/e noi siamo solitamente abituati e per cui non ci scandalizziamo, dato che conosciamo come questa giustizia funzioni. Inoltre, due ragazzi sono ancora sotto processo per tentato omicidio, per aver tirato delle bottiglie molotow contro la polizia. Altri due sono stati condannati ieri a tre anni e tre mesi, ma l' accusa di tentato omicidio e' stata derubricata dato che le molotow non hanno colpito i poliziotti. I due hanno ammesso il fatto dato che sono stati continuamente osservati da delle guardie in borghes durante la preparazione ed il lancio delle bottiglie.
Purtroppo come detto qui niente di nuovo, appunto, condanne durissime come ogni anno, la quasi totalita' degli imputati si definisce apolitica e in molti casi dichiara di rifiutare una solidarieta' da parte del movimento, dato che questa potrebbe nuocere all' esito del loro processo.
Un esempio: nel mese di settembre un gruppo clandestino a firma „gruppi autonomi“ un pomeriggio ha dato fuoco al furgone di una ditta che partecipa al business della privatizzazione parziale di alcune carceri tedesche, nonche' ad un' auto di lusso. Ha anche mandato delle minacce al procuratore che gestisce i casi del primo maggio e ha dedicato entrambe le azioni specialmente ai due dei ragazzi sotto processo per le molotow, il cui processo, appunto, stava per iniziare. Dopo una bufera mediatica sulle minacce al procuratore, roba da anni 70, RAF e compagnia, sia la famiglia che i due ragazzi hanno espressamente preso le distanze da questa azione.
Sul primo Maggio berlinese bisogna sapere anche che la quasi totalita' degli/lle arrestati/e di ogni anno e' composta da pischelli/e che si uniscono spontaneamente ai riot, spesso ubriachi e senza coprirsi il volto (nonostante le varie campagne di sensibilizzazione da parte del movimento sulla necessita di travisarsi e star accorti alle guardie), o di gente che „vuole solo dare un' occhiata“ e di colpo si ritrova per terra sotto il peso di vari guardioni, arrestata. Quasi mai vengono arrestate persone piu' strettamente legate al movimento o che, in generale, sanno „come muoversi“ in una situazione da stato di eccezione (tra i 5'000 e la punta massima di 10'000 poliziotti ad invadere il quartiere die Kreuzberg!) e che, a causa delle condanne pesantissime per questa giornata e l' alto livello di organizzazione della polizia locale, risulta come il giorno dell' anno piu' pericoloso per agire.
E l' atteggiameno spesso cooperativo o il prendere le distanze da parte dei vari imputati non incentua la solidarieta' dal difuori che spesso stenta a decollare.
Solidarieta'
In generale sono stati organizzati vari eventi di solidarieta' con i/le prigionieri/e, in particolare con Alex e Christoph.
Una larga parte di tale solidarieta' e' stata di caratterere tecnico: ad esempio, varie iniziative per raccogliere soldi come brunch vegani e party di vario carattere. Alcuni presidi di fronte alle carceri sono stati organizzati e la sala del tribunale dove si svolge il processo di Alex (sala di massima sicurezza) e' sempre piena di solidali. Anche il processo contro Axel, Oliver e Florian e' stato sempre sempre visitato, anche se per il fatto che e' durato quasi un anno, due volte alla settimana, la partecipazione non e' sempre delle migliori, stesso si dica per alcuni dei processi legati al primo maggio.
Un' altra parte di solidarieta' e' stata caratterizzata da attacchi di varia natura portati avanti in solidarieta' con i prigionieri e, in alcuni casi, con chiari accenti anti-carcere. A dimostrare che il modo migliore per mostrare la nostra solidarieta' rimane quello di portare avanti la nostra lotta contro l' esistente.
In particolare riguardo la campagna di supporto per i tre antimilitaristi e' sicuramente positivo il fatto che grossa parte della solidarieta' ha avuto l' intelligenza di tematizzare l' azione per cui sono stati arrestati i tre e farla propria nelle pratiche quotidiane del movimento, attraverso un rinnovato attacco alla macchina della guerra (i 42 furgoni militari bruciati ad Aprile a Dresda sono stati la punta di un iceberg fatto di azioni delle piu' disparate) anche attraverso la campagna di azioni dirette contro la DHL, compagnia-sorella delle poste tedesche, che ha contratti con l' esercito tedesco per il trasporto di varie ed eventuali e si trova da piu' di un anno vittima di attacchi di varia natura per tutto il territorio tedesco.
Una lista delle azioni sarebbe troppo lunga, qui alcune piu' recenti a Berlino:
13.10: una stazione di polizia viene attaccata con pietre e fumogeni da alcuni solidali. Dei chiodi a tre punte verranno lasciati nelle vicinanze per ritardare la venuta delle guardie, cosa che puntualmente colpisce la prima macchina della digos che si affaccia sulla scena.
Il comunicato rivendica l' azione in solidarieta' con Alex, Christoph, Axel, Oliver, Florian e i prigionieri del primo maggio, nonche i tre arrestati in Grecia accusati di far parte delle „conspiracy of cells of fire“ e Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos, accusati di una rapina in banca.
28.09: alcuni solidali bloccano una strada nel quartiere di Prenzlauerberg dando una barricata alle fiamme, che danneggeranno un' auto parcheggiate nelle vicinanze.
Sul posto verrano lasciati dei volantini in solidarieta' con i prigionieri ed uno striscione verra' messo di traverso per la strada.
19.09: durante un party organizzato alla Köpi, in solidarieta' con i prigionieri, tre macchine della polizia, di cui una in borghese, verranno attaccate con pietre e bottiglie.
3.09: un furgone della ditta „Kötter“, attiva nel trar profitto dalla privatizzazione parziale di alcune carceri tedesche viene data alle fiamme in pieno pomeriggio. La sera seguente una mercedes di lusso incontra lo stesso destino. L' azione verra' reclamata in solidarieta' con i prigionieri del primo maggio e contro il carcere in generale.
22.08: una stazione di polizia viene fatta oggetto del lancio di due molotow, in solidarieta' con i prigionieri e lo sciopero della fame di Thodoris, prigioniero in Grecia in seguito alla rivolta dello scorso Dicembre.
Nella stessa notte verranno date alle fiamme tre auto private di altrettanti poliziotti, parcheggiate di fronte ad una stazione di polizia. Gli ignoti autori del gesto hanno fatto delle telefonate fittizie alla stazione di polizia per provocare l' uscita delle pattuglie ed agire indisturbati, come si legge da un articolo di giornale. Lo stesso giorno era stata rifiutata la richiesta di scarcerazione per Alex.
20.07: una macchina della polizia viene incendiata di fronte ad una stazione di polizia. Nel comunicato verra' ricordato Carlo Giuliani e verranno mandati saluti rivoluzionari a Gabriel, Jose, Thomas Meyer-Falk, Alex e tutti i prigionieri in lotta.
La stessa mattina, un furgone del sindacato di polizia, particolarmente attivo nel richiedere il pugno di ferro contro chi attacca, viene dato alle fiamme nel parcheggio della loro sede berlinese. L' attacco non verra' rivendicato.
19.07: alcune auto di lusso verranno date alle fiamme in vari quartieri della citta' contro la riqualificazione urbana e in solidarieta' ai prigionieri.
17.07: una macchina della digos viene distrutta di fronte ad una stazione di polizia, nel comunicato si reclama liberta' per Alex.
12.07: l' auto privata di una guardia carceraria verra' data alle fiamme di fronte ad un carcere berlinese per minorenni dove era avvenuta una rivolta pochi giorni prima, provocato dai soliti abusi delle guardie nei confronti di un prigioniero. Anche un' auto della Siemens, che procura vari servizi all' interno delle carceri, verra' data alle fiamme. Nel comunicato si solidarizza con i rivoltosi e i prigionieri del primo maggio, contro tutte le carceri.
8.07: il negozio „Häftling“ („Prigioniero“) viene attaccato con pietre e vernice, contro carceri e arresti.
Il negozio in questione fa i soldi rivendendo prodotti „confezionati“ dai prigionieri. Aperto anche ad Amburgo, e' gia' stato vittima di vari attacchi.
19.06: due furgoni di proprieta' dell“ordnungsamt“ (ufficio per l' ordine, responsabile di perseguire infrazioni di „bassa natura“) vengono dati alle fiamme, nel comunicato si legge tra l' altro:“liberta' per gli arrestati durante le action weeks, i prigionieri del primo maggio e tutti/e quelli/e che vengono trattenuti/e ovunque contro il loro volere“.
I comunicati si possono leggere o sul sito www.directactionde.blogspot.com (azioni dirette sul territorio tedesco, in lingua tedesca ed inglese) o nel giornale della crocenera berlino, „Entfesselt“, scaricabile dal sito www.abc-berlin.net
saluti anarchiciLun, 19/10/2009 – 17:08

Francia - Attaccata sede del partito socialista francese

fonte: Fondazione Roscigna
Villejuif (Val-de-Marne) - Francia - Nella notte tra domenica 4 e lunedì 5 ottobre è stata attaccata la sede del Partito Socialista.Distrutti i vetri del locale.Contro tutti quelli che pretendono governare le nostre esistenze. In solidarietà con Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos, arrestati in Grecia.Per la Libertà!Viva l'Anarchia!Gio, 15/10/2009 – 16:06

Sottoscrizione per Alfredo e Christos

Il 1° ottobre Alfredo Bonanno è stato arrestato in Grecia con l'accusa di concorso in rapina. Con lui, il compagno Christos Stratigopoulos. Attualmente si trovano rinchiusi nel carcere di Amfissa, in condizioni di detenzione durissime. Abbiamo un indirizzo, a cui però non è certo che possa pervenire la posta. Molti compagni ci chiedono se è possibile fare qualcosa. Proponiamo una sottoscrizione - nelle modalità e con le forme che i compagni riterranno opportune - per affrontare le spese legate alla detenzione dei compagni. Per qualsiasi comunicazione è possibile fare riferimento ai recapiti delle edizioni (edizionianarchismo@gmail.com - A. Medeot, C.P. 3431 - 34128 Trieste).Versamenti sul conto corrente postale n° 23852353, intestato ad A. Medeot - C.P. 3431 - Triestecon causale "sottoscrizione arresti in Grecia".Ven, 16/10/2009 – 00:40

Aggiornamento su Alfredo e Christos

riceviamo e diffondiamo:
AGGIORNAMENTO SU ALFREDO E CHRISTOS
Per contribuire alle spese legali di Alfredo Bonanno e Christos Stratigopulos, detenuti presso FILAKES AMFISSAS (PRIGIONE DI AMFISSA)TZAMALA 27,33100 AMFISSA, GRECIA.E' possibile inviare soldi anche sul conto corrente della compagna di Christos:
ΙΒΑΝ, GR0801103590000035978574115 al nome:TZIOUTZIA EVANGELIA, di (il nome del padre) THEMISTOKLIS, specificando: per Alfredo e Christos.
Solidali con chi non s'arrendeDom, 25/10/2009 – 20:15

Grecia - Sull'arresto di Christos e Alfredo

Riceviamo e diffondiamo:
Gli anarchici Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos sono detenuti nella prigione di Amfissa in Grecia.
Christos è accusato di rapina, Alfredo di concorso in rapina.Gli avvocati stanno facendo domanda affinchè ad Alfredo vengano concessi i domiciliari per motivi di salute.
Possono ricevere posta scrivendo a:
TZAMALA 333100 AMFISSAGREECE
Si stanno organizzando benefit in solidarietà con gli arrestati sia in Grecia che altrove.Compagni interessati ad avere ulteriori informazioni o a contribuire alla cassa possono contattare la mail smolikas2@gmail.gr
Solidarietà rivoluzionaria con Alfredo e Christos e con tutti coloro in lotta contro questo mondo di prigioni e banche.
Alcuni anarchici dalla Grecia e non solo

Comunicato della "Cospirazione delle Cellule di Fuoco" sulle pentole a pressione

- novembre 2009
traduzione dall'inglese: Gino Gatti
Questo è così... se è quel che pensate ...
Non abbiamo mai smesso di lottare nei momenti difficili, quando abbiamo avuto il fiato sul collo, nemmeno quando i cani abbaiavano attorno a noi. Ci siamo guardati in faccia, sicuri sulle decisioni da prendere. Abbiamo controllato le nostre armi, ci siamo interrogati sul nostro odio: "Facciamolo un'altra volta... questa volta fino alla fine ...".
Dopo il nostro attacco contro il Ministero della Macedonia-Tracia e la convocazione delle elezioni nazionali, due delle nostre cellule hanno deciso, in collaborazione con i compagni della Frazione Nichilista, di lanciare un nuovo appello per la strategia di provocazione sociale, colpendo le case e gli uffici di personalità politiche. Il primo colpo di questa serie di attentati esplosivi è stato diretto contro la casa del candidato del PASOK Louka Katseli a Kolonaki. Abbiamo deciso di realizzare quest'attacco nel giro di due giorni. Lo stesso giorno dell'attacco ci siamo sorpresi nel sentire i giornalisti che festeggiavano lo smantellamento della nostra organizzazione: raid in un nascondiglio ad Halandri, diversi giorni di pedinamento da parte degli sbirri, successo per la EYP (Agenzia Nazionale per l'Informazione), localizzazione e identificazione delle impronte digitali dagli attacchi precedenti, scenari sulla logica dei vasi comunicanti ...
Tutto questo, mentre nello stesso giorno abbiamo attaccato a Kolonaki senza alcun turbamento, sotto gli occhi della polizia e senza preoccupazioni. Questi eventi non ci farebbero che sorridere se non fosse che alcune persone sono state accusate di far parte delle nostre organizzazioni e per questo sono perseguite. E' lo scenario perfetto per soddisfare l'istinto cannibale dei giornalisti e della società che per mesi hanno richiesto l'arresto dei terroristi. Trucchi per le elezioni... affari interni della polizia... fuochi d'artificio che causano paura... non riusciamo a capire la loro logica e non la seguiremo.
Ma tutto quel che è stato detto resta impresso nella nostra memoria e il termine solenne che abbiamo pronunciato, senz'altro pensiero d'accompagnamento, è stato: "Vendetta."
Vendetta per la parte che essi hanno avuto nel festeggiamento dei nostri presunti arresti con il pretesto del 20 ° anniversario dell'esecuzione del terribile Bakogianni (nel settembre 1989 questo politico del partito di destra Nea Demokratia è stato colpito alla testa dal gruppo armato chiamato 17 novembre). Un festino in cui il suo protagonista, il grande protettore Karamanlis (primo ministro greco, mandato via il 4 ottobre 2009), ha dichiarato con arroganza il suo trionfo sul terrorismo rivoluzionario.
Vendetta per i giornalisti parassiti che hanno la pretesa di essere dei grandi scrittori e parlano dei "terroristi da pentole a pressione e play-station", di capi e di ragazzi subordinati. Vendetta personale anche per i mentori sensibili della stampa progressista che, preoccupati, parlano dei buoni bambini della porta affianco. Vendetta anche per questa fottuta società che, con malizia, ha sorriso credendo d'essersi liberata di noi, in modo da poter andare a letto con sicurezza. Vendetta per i poliziotti bastardi che giocano a fare i duri nei loro costumi a prova di proiettile e che mostrano le mitragliatrici con le loro vittorie codarde e fabbricate, ma che hanno pianto, sono scappati e si sono nascosti sotto i tavoli quando abbiamo attaccato i commissariati di notte per bruciarli lì dentro.
Vendetta contro i pubblici ministeri bastardi ed i giudici inquirenti che pensano di poter catturare il nostro odio e la nostra coscienza, i nostri sentimenti e la nostra logica nelle pagine dei loro procedimenti, credendo di poterci spaventare.
Vendetta per tutto ciò che viviamo, perdiamo, per ogni cosa che ci potrebbe accadere scegliendo la guerriglia urbana quale nuova condizione di vita.
Oggi la verità è nota a noi ed ai nostri accusatori. Sappiamo che il loro spettacolo non seduce le persone che sono in grado di pensare, né spaventa quelli che hanno scelto un luogo in cui solo in pochi hanno il coraggio di scegliere di essere il proprio paese.
Di tutti gli altri, non ce ne importa molto.
A questo proposito pochi mesi fa, a maggio per essere precisi, abbiamo scritto nella rivendicazione delle bombe ai commissariati di Stavroupoli e Penteli: "Il risultato è più povero e pittoresco. La gran parte degli arrestati lo è per la 'persecuzione delle proprie idee' o, incidentalmente, mentre transitavano nel luogo dell'attacco. Noi non crediamo che un arresto debba portare alla creazione di martiri ... né pensiamo che un indagato debba essere criticato per la buona causa. Ma bisogna sapere che le nostre scelte conducono a delle responsabilità. Più ci addentriamo, più sicuri e di conseguenza più diveniamo esigenti verso noi stessi ed i nostri compagni ".
In tal maniera vogliamo far capire che siamo persone che vivono seguendo le proprie parole come si trattasse di un impegno a vita. È per questo che saremmo perlomeno incoerenti e vigliacchi se dovessimo negare i nostri principi e posizioni dichiarando di ripudiarle e di non prendere in considerazione qualsiasi azione violenta o se dovessimo dichiarare di non aver familiarità con l'organizzazione di cui facciamo parte, così come secondo la versione dei giornalisti avrebbero fatto due degli arrestati. Che senso avrebbe dal momento in cui tali persone non hanno nulla a che fare con noi!
Inoltre noi siamo orgogliosi delle nostre scelte e azioni ed abbiamo il coraggio, il privilegio e l'onore di guardarci allo specchio senza nascondere la faccia per la vergogna. Avremmo fatto lo stesso nel caso di un arresto, non avremmo nascosto i nostri volti, come è stato fatto dagli altri due presunti giovani membri del gruppo. In breve, se qualcuno dovesse nascondere il suo volto, sarà denigrato da questa società.
Noi non giocheremo a fare gli investigatori ed i giudici sul come ed il perché della prova consistente che supporterebbe questo caso, vale a dire l'esistenza di una bomba in una pentola a pressione che hanno trovato nell'appartamento di Halandri. Detto questo, noi abbiamo l'assoluta necessità di esplicitare quanto segue: le bombe non sono brevettate, specialmente quelle con un detonatore facile, come quelle costituite da pentole a pressione e da sveglie. Si tratta di materiali reperibili nei negozi che, contrariamente alle richieste repressive, non sono coperti da copyright da parte di un'organizzazione o di un modus operandi. A parte il fatto che, il metodo specifico di ricorrere alle pentole a pressione come oggetti rinforzanti l'onda d'urto è stato usato sin dal 19 ° secolo da parte dei terroristi e nichilisti francesi (Henry, Ravachol, Vaillant... ) ed oggi continuano ad esser utilizzate dall'organizzazione anarchica FAI in Italia, da noi e dall'organizzazione ENEDRA (gruppo antiautoritario che ha piazzato diverse bombe nel settembre 2007), in Grecia. Quindi, com'è possibile che un probabile rinvenimento d'una bomba, costruita e diffusa seguendo un metodo utilizzato in periodi e luoghi diversi, possa esser considerato il simbolo-marchio d'un gruppo specifico, come le Cellule di Fuoco?
C'è qualcosa di marcio, ma non spetta a noi trovare di cosa si tratta. Tutti quelli che pensavano che ci saremmo nascosti nel campus del Politecnico possono esser interrogati sulla seguente questione. Nel momento in cui gli edifici universitari sono stati circondati da sbirri in borghese e da giornalisti, noi abbiamo collocato la bomba al Pedion tou Areos durante l'incontro con il culo grosso (Karamanlis). A noi non interessa chiedere il diritto d'asilo nell'università, ma questo è sempre stato un enorme desiderio degli sbirri. Non ci occupiamo di tutto questo, siamo già alla ricerca di nuovi obiettivi.
Alla fine, preparandoci per il futuro in modo da poter affrontare il presente con uno spirito lucido, vogliamo render chiaro che rinchiudere uno di noi non implica una posizione di debolezza. Abbiamo i nostri codici di valori che non s'infangheranno con i ritiri, l'incoerenza e l'oblio. In altre parole, le iene di solidarietà non possono toccarci con le loro grinfie. I cittadini con le loro buone intenzioni, le personae, gli "anziani", quelli che "tutto sanno", le madri Teresa madre e il resto della feccia possono tenersi occupati con le più facili e le più servili delle vittime, perché noi non siamo facili prede e li colpiremo sui denti. Anche nei momenti più difficili, un rivoluzionario ha bisogno di apprezzare i suoi amici e compagni e ha bisogno di disprezzare gli uomini di paglia con i loro volgari interessi ed il falso umanesimo con i quali decapitare la coscienza rivoluzionaria, mettendoli in atto facendo compromessi. Pertanto invitiamo i nuovi compagni a liberarsi dalla mentalità da bar che si trasforma in conferenze stampa in cui gli esperti della solidarietà proclamano i loro comunicati. Li invitiamo a metter piede nelle loro riunioni per cospirare e rimpiazzare le chiacchiere con progetti e parole chiare.
Possono la paura e l'incertezza far posto all'audacia ed alla determinazione; può la collera causare tempeste e rabbia e far chiedere al proprio cuore: "Se non ora ... quando? Se non noi ... chi? "
Dopo gli ultimi eventi, i compagni che hanno colpito Katseli hanno proposto di riconsiderare il piano d'azione. Siccome noi crediamo che la realtà del carcere che ci circonda non sia il risultato di una leadership unitaria e compatta che ordina i delegati e gestisce le istituzioni, bensì si tratta di una fabbrica sociale di comportamenti, cultura, tradizione e costumi, noi vogliamo attaccare ogni settore di questa fabbrica che produce tutto quel che odiamo. In questo momento consideriamo che il progetto di attacco contro le case di 5 o 6 uomini politici sia piuttosto povero. Non si è valutata la dinamica che volevamo sviluppare. Volevamo far qualcosa che avrebbe potuto spezzare i presunti limiti e l'alibi della società "innocente" che nega la sua responsabilità, attribuendosi il ruolo della vittima eterna. Ma le vittime non tifano per i loro assassini, non sporgono denunce verso quelli che hanno resistito contro i tiranni, non sostengono i propri oppressori, non languiscono nelle loro celle ingannevoli. Semplicemente perché le vittime non hanno una scelta.
Ma le persone dell'attuale società, esse fanno delle scelte e di conseguenza hanno delle responsabilità. Forse stiamo tutti -noi e la società- vivendo la stessa merda, ma non dimentichiamoci che i prigionieri ed i carcerieri che vivono nella stessa prigione non sono alleati.
Ci sentiamo allo stesso modo in questa società in cui non brilla nulla e regna la disgustosa codardia, al punto che non c'è voluto molto perché nascesse quest'idea. Abbiamo scelto di colpire un comizio elettorale, una riunione in cui la massa opaca di feccia umana si precipita a sostenere i propri leaders. La scelta del comizio di Nea Demokratia è stata meramente estetica. Non avremmo potuto sostenere lo spettacolo del grasso idiota Karamanlis che vanta un inconsistente successo nei confronti del terrorismo rivoluzionario. Volevamo ricordargli che una bocca grande non serve a nessuno.
Così abbiamo deciso di stemperare le ambizioni dei pagliacci del servizio anti-terrorismo che volevano vendicarsi per il loro agente fatto fuori dalla "Setta dei rivoluzionari" (lo sbirro è stato giustiziato nell'aprile 2009) e che svolgono il loro gioco a scapito di milioni di persone che nulla hanno in comune con la nuova guerriglia urbana. Infine volevamo inviare un messaggio a tutti.
D'ora in poi, lo spazio di indifferenza ha smesso d'esistere. Il terrorismo rivoluzionario e noi, come Cospirazione delle Cellule di Fuoco, compiamo il passo verso la minaccia sociale e l'aggressività nichilista. La maggioranza continuerà ad essere per noi un nemico, fino a che nasconderà le sue responsabilità personali dietro la psicologia di massa; fino a che definirà se stessa come costituita da povere persone, vittime dell'ingiustizia. Tolleranza zero verso le giustificazioni. È difficile svegliarsi al mattino in un mondo indegno, tra sorrisi stupefatti, corpi esausti, falsi gesti, sguardi apatici e nel mezzo di un'assenza che domina. Ci siamo sbarazzati di tutti gli ostacoli che ci hanno bloccato: relazioni morte, situazioni opache, opinioni regolari, ipocrisie, ripetizioni permanenti. Abbiamo intrapreso un sentiero selvaggio con il nostro respiro profondo al ritmo silurante di un impronunciabile ammutinamento.
Noi giocheremo alla roulette russa, la pistola di vita nelle nostre mani, invece di morire in silenzio e pazientemente, lontano da quel che stiamo cercando. Sappiamo di non esser soli. Sappiamo che nuovi compagni del fuoco sono con noi, e noi con loro. Al di là di ogni aspettativa, la nuova guerriglia ha di nuovo graffiato con il rasoio sulla faccia di questo mondo. I nuovi gruppi sono stati capaci di prosperare e di scrivere la loro storia, anche se sono stati oscurati e disprezzati dalle vecchie "celebrità", anche quando hanno conosciuto il sospetto ed i successivi consigli degli illuminati.
Inviamo il nostro amore e il nostro rispetto a tutti nuovi guerriglieri e chiediamo loro di unirsi alla lotta contro i piccoli e i grandi, le prigioni visibili e invisibili della nostra vita, e così fino alla fine. Gli altri, quelli che ci gravano con le loro estenuanti giustificazioni e la loro presunta esperienza, non li ascoltiamo. Le ostilità rivoluzionarie non cesseranno, non solo per stemperare la faciloneria dei marci elettori. I sostenitori del partito, proprio come gli ultras, viaggiano da una città all'altra per partecipare a tutti i comizi, trascinando il loro cadavere vivente, scandendo slogans. Facce trasformate dagli slogans come "Tu sei il primo ministro", sfilate in TV inquadrando al contempo l'elettorato di base, la quintessenza della democrazia. Quando il capo sta per arrivare a giocare le sue due ore di teatro, la massa è colpita da lacrime di commozione e di torpore. Questa massa di idioti, ricordando film con morti viventi, non può esser altro che un bersaglio. La quantità della massa non ci tocca, neppure la presenza di giovani e vecchi, uomini e donne. E' tutto in quel momento in cui l'inerzia della gente si trasforma in grida e sostegno per la democrazia.
Così abbiamo deciso di far esplodere una bomba davanti ad essi, per inviare un messaggio durante l'ultimo discorso del primo ministro, in modo da provocare il panico nelle autorità e far evacuare il posto. Gli elettori, in preda al panico, sono fuggiti via, mentre gli artificieri avviavano la corsa contro il tempo cercando di neutralizzare la bomba. Abbiamo attraversato la via Salomone, fusi nella massa bianco-azzurra (i colori di Nea Demokratia),
siamo passati davanti agli sbirri in borghese ed antisommossa -credendo che fossimo parte della massa che voleva la vittoria- e siamo arrivati sul punto in cui abbiamo deciso di collocare la bomba. Abbiamo visto tre agenti in borghese e due antisommossa in via 3 ° Settembre e via Guilfordou ed un altro in borghese all'incrocio tra quelle strade. Siamo andati nel vicolo, a sinistra della bomba, e così abbiamo inviato un messaggio sugli arresti, sullo smantellamento e sulla tolleranza zero.
Adesso è il momento di interrogare ognuno di essi e di capire se vogliono continuare o rinunciare in modo definitivo alle loro decisioni. Noi dobbiamo mostrare loro, individualmente e collettivamente, che non ammainiamo le vele. Noi resteremo fino alla fine. Se vanno agli estremi nel tentativo di scovarci, noi andremo fino ai nostri confini più estremi per cercare di essere i primi ad attaccare. La possibilità di tornare a casa è la più remota in questa guerra. Nessun passo indietro, nessun rinvio. D'ora in poi la strategia sarà sostituita dall'odio e da progetti intelligenti di determinazione completa.
Lasciamo liberare i nostri istinti distruttivi.
Può iniziare un nuovo ciclo di guerriglia, ancor più forte, ancor più distruttivo.
Ogni casa può divenire un nascondiglio e da tutti i posti nascosti verrà il fuoco che li brucerà tutti vivi.
Che sappiamo che la nuova guerriglia non è una bolla di sapone, né un impulso adolescenziale o un'esplosione d'ansietà artistica.
La realizzazione e la rivitalizzazione dei nostri desideri aggressivi, le nostre negazioni, la nostra esistenza sono nell'attacco allo status quo.
Sarai sempre dritto di fronte a noi ... e vedremo chi avrà con la schiena contro il muro.
Cospirazione delle Cellule di Fuoco - Frazione Nichilista
p.s.: Inviamo i nostri saluti ai compagni anarchici Christos Stratigopoulos e Alfredo Bonanno; quest'ultimo, nonostante l'età, ha fatto tesoro della sua inalterata negazione

Gabriel Pombo Da Silva sullo sciopero della fame di fine anno

Mi affascina l'idea di coordinare/fare uno sciopero della fame per dicembre assieme ad altri compagni... Se ai compagni va bene, suggerisco uno sciopero della fame dal 20 dicembre al 1 gennaio... si tratta di un lasso di tempo "ragionevole" (per me lo sciopero della fame è uno strumento strategico di lotta... Ossia, nella nostra situazione di sequestrati dallo Stato-Capitale, noi abbiamo solo questa forma di lotta, vista la dispersione dei compagni in differenti carceri/stati)... e dico "ragionevole" perché quest'iniziativa pretende essere un "gesto" di amore e resistenza e non un sacrificio...Il crescente numero di compagni prigionieri (e "liberi") assieme al sistema tipo "boycott" della corrispondenza che subisco mi impediscono di scrivere a tutte le individualità ribelli ed affini disperse per il mondo.Ma non darò mai a loro la soddisfazione di vedermi "piagnucolante" o "lamentevole" per queste condizioni e questi condizionamenti... se scrivo qualcosa deve essere un testo che inviti al piacere della rivolta e non al piagnisteo per le conseguenze del nostro agire/pensare.Gli arresti di Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos, in Grecia, sono la conseguenza di far quel che si dice... Posso farmi un'idea di quanto "scomodo" possa essere per lo Stato greco il tenere nelle proprie prigioni due compagni di tale statura.Quanto ai compagni che sono stati "concentrati" ad Alessandria (Italia)... pare proprio trattarsi di un provvedimento contro il "proselitismo"... si son resi conto che le nostre idee attraggono certi ribelli sociali... E' che ci sono forme peggiori di isolamento... come per esempio in Germania, dove ti attorniano di infami e violentatori...Bene... sarebbe importante sapere con chi potremo contare su questo nuovo sciopero della fame... e che i compagni che vi parteciperanno tengano pronto un comunicato da diffondere prima dello sciopero stesso...Sul contenuto dei rispettivi comunicati, sono d'accordo sul fatto che si menzioni la morte in combattimento di Mauricio Morales... io scriverò qualcosa in merito, così come una sensibilizzazione sull'asilo politico per Freddy e Marcelo in Argentina... senza dimenticarmi del nostro caro Marco.Cercherò di vedere cosa si potrà fare con i prigionieri rinchiusi nello Stato spagnolo, ma non mi aspetto nulla da lì... più che altro perché la mia corrispondenza viene sempre confiscata dai carcerieri...
Un forte abbraccio anarchico
GabrielAachen, 16 ottobre 2009

UK - Attaccata la Royal Bank of Scotland a Brighton

fonte: 325.nostate.net / 02.11.09
"Ci assumiamo la responsabilità dell'attacco al quartier generale di Brighton della Royal Bank of Scotland, la sera del 2 novembre 2009.Tutte le banche fanno parte dello stesso sistema che sta distruggendo ogni cosa e così via. Le banche sono la manifestazione più visibile dello sfruttamento e dell'annientamento della nostra vita, effettuati dallo Stato e dal capitale. Non abbiamo dimenticato il ruolo di RBS nella crisi finanziaria e nel G20 di aprile, quando Ian Tomlinson è stato ucciso dalla polizia, né dimentichiamo.Dedichiamo questa azione a Yiannis Dimitrakis, Amadeu Casellas, Thomas Meyer-Falk, Alfredo M. Bonanno e Christos Stratigopulos, compagni anarchici in carcere per espropri che hanno scelto di attaccare direttamente il sistema, così come tutti gli altri ribelli che sono in lotta dentro e fuori le mura delle prigioni.Non ci fermeremo."AnarchiciLun, 09/11/2009 – 16:14

Catania - In solidarietà ad Alfredo e Christos






riceviamo e pubblichiamo
La mattina del 23 novembre è stato trovato uno appeso uno striscione in cui i solidali chiedono la liberazione di Alfredo Maria Bonanno e Christos Stratigopoulos. Il primo è accusato di concorso in rapina. Il secondo invece per rapina a mano armata. Attualmente si trovano rinchiusi nel carcere di Amfissa, soprannominato “il crematorio”, in condizioni di detenzione molto dure.
Dom, 29/11/2009 – 13:06

Messico - Azione diretta insurrezionale a Tijuana, Bassa California

Un saluto a quelli che lottano!Non siamo una nuova organizzazione che presenta le sue adorate sigle ai mass-media di controllo e di rincoglionimento. Non siamo una nuova guerriglia, né siamo un nuovo partito. Non siamo nessuna Avanguardia né pretendiamo esserlo, non dirigiamo né rappresentiamo nessuno. Rappresentiamo solo noi stessi ed è per questo che abbiamo dato vita ad un gruppo d'affinità ed abbiamo deciso di autogestire la lotta contro tutto quel che ci opprime e ci sfrutta. Abbiamo deciso di attaccare, di dare la risposta alla morte imposta dallo Stato e dal capitalismo nella sua ossessione domesticatrice.Avevamo preferito il silenzio. Agire nel totale anonimato. Tutti i mass-media di controllo al servizio degli sfruttatori hanno cercato di confondere quelli che lottano e ci hanno costretti a dire quel che essi occultano. Per il capitalismo e per lo Stato siamo tutti dei vandali e dei criminali, sappiamo che dietro la guerra al narcotraffico si nasconde la guerra contro gli oppressi, contro gli esclusi. Per questo abbiamo deciso di contro-informare di fronte alla menzogna ed alla manipolazione.Esattamente una settimana fa, lo scorso lunedì, abbiamo attaccato con il fuoco libertario delle pattuglie nuove pronte per essere consegnate alle autorità municipali nel parcheggio del Bulevar OHiggins (sulla Vía Rápida) nella colonia Fortín de las Flores, assieme alla concessionaria Mazda y Mega Dulces, di questa città.Siamo riusciti a distruggere 28 nuove pattuglie della Secretaría de Seguridad Pública Municipal, marca Pick Up Ford F-150 (tipo Lobo) 2010. 6 sono state totalmente distrutte e 22 hanno sofferto danni notevoli, il che significa perdite di milioni di pesos messicani.Quest'azione non è un fatto vandalico, né un'operazione del "crimine organizzato", agli ordini degli Arellano, del Dr Caro, de El Teos o de el Muletas. Questa è un'azione anonima anarchica in solidarietà verso tutti i nostri prigionieri sequestrati dallo Stato, per la settimana di agitazione e di pressione solidale per i prigionieri sequestrati dallo Stato cileno ed in appoggio allo sciopero della fame del compagno Gabriel Pombo Da Silva come mezzo della lotta rivoluzionaria dei nostri compagni in prigione. La nostra azione in solidarietà al compagno Emmanuel Hernández Hernández, prigioniero a Città del Messico, ed in solidarietà a Gabriel Pombo Da Silva, Marco Camenisch, Juan Carlos Rico Rodríguez, Sergio María Stefani, Francesco Porcu, Alessandro Settepani, Leonardo Landi, Pablo Carvajal, Matías Castro, Axel Osorio, Diego Petrissans, Amadeu Casellas Ramón, Alfredo María Bonanno, Christos Stratigopoulos ed a tutti i prigionieri anarchici della guerra sociale.
Che il fumo delle fiamme insurrezionali della nostra azione giunga fin nelle loro celle, affinché possano annusare l'aroma libertario della benzina, il grido di ogni vostro nome risuonerà nelle orecchie dei potenti.A moltiplicare il contrattacco, ad effettuare azioni in tutte le città.La creatività insurrezionale non ha limiti!Morte agli sbirri!PRIGIONIERI SEQUESTRATI NELLE CARCERI DEL CAPITALE PER STRADA!
Fuoco alle carceri del mondo!
Acción Anarquista Anónima

Sul digiuno proposto da Gabriel Pombo

Comunicato dal Centro di Sterminio di Madrid V - 7 dicembre 2009
Come sapete sia io che un compagno di qui (Centro Penitenziario Madrid V) non solo appoggiamo, ma assecondiamo e partecipiamo al digiuno (cosa che abbiamo già fatto con i nostri precedenti comunicati); abbiamo anche messo in chiaro che, in maniera indipendente ma anche come contrasto positivo e di complementarità, abbiamo aggiunto le condizioni specifiche in materia punitiva che subiamo nello Stato spagnolo. Questo vuol mettere in evidenza che la questione CARCERE-MORTE colpisce TUTTI I PRIGIONIERI, ma in "Spagna" la situazione è di autentica pazzia, in cui lo sterminio dei prigionieri è qualcosa di "naturale".
L'altro giorno ho ricevuto la lettera di un anarchico italiano. Ha ragione. Non dobbiamo dimenticare i compagni caduti in questa guerra sociale a livello mondiale. MAI! Persone come Alfredo Maria Bonanno, del quale ho letto molti dei suoi testi, soprattutto "La gioia armata", Christos Stratigopoulos, gli anarchici serbi, Zoe la compagna caduta in Francia, Mauricio caduto in Cile, Xosé Tarrío che ci ha lasciato da alcuni anni, Paco Ortiz al quale dobbiamo tanto. Questi compagni (e moltissimi altri) sono caduti nella loro lotta contro il dominio, come conseguenza del loro pensiero. "Agire come si pensa" senza concessioni. Ricordarli deve servire per qualcosa. Dovrebbe servire per qualcosa. Tutto questo che vi commento, non è un ostacolo a che si inquadrino queste giornate nella guerra simmetrica che manteniamo contro il carcere-morte perché, a mio avviso, la più grande offesa sociale che una persona possa soffrire è quella determinata da altri "esseri umani" che dispongono che noi, altri esseri umani, dobbiamo esser schiavi. NON DIMENTICHIAMO, NON PERDONIAMO!
Libertà per tutti quelli che hanno già scontato la loro condanna.
Libertà per tutti i malati con patologie psichiche/fisiche incurabili.
Chiusura dei Centri di Detenzione per Minori (futuri inquilini dei Centri di Sterminio).
Libertà e giustizia popolare per le donne vittime degli abusi in prigione, così come per tutti i compagni perseguitati per esercitare l'inestimabile diritto del mutuo appoggio verso i prigionieri.
Abolizione dei "tribunali eccezionali" e delle "carceri nere". In definitiva: distruzione dell'oscura industria dell'assassinio legittimato di massa (istituzionalizzato) "democraticamente".
Fine delle legislazioni, a livello internazionale, in materia penale/punitiva, il cui supporto ideologico/morale si basa sul "diritto penale contro il nemico". Se le cose stanno così, non ci dobbiamo nemmeno porre la risposta.
Scomparsa delle strutture dell'oppressione: carcerieri, giudici, poliziotti, medici-forensi e avvocati che proteggono l'esercizio della tortura e la praticano con totale impunità. Disprezzo verso quelli che acconsentono con il loro complice silenzio.
Scomparsa degli "spazi scuri" (d'isolamento) in cui si praticano atti sistematici ed esecrabili contro i detenuti. Gli isolamenti carcerari AMMAZZANO.
Lascino in pace i nostri familiari e amici. Che cessi il controllo delle comunicazioni su tutti gli aspetti e cessi anche l'umiliazione che subiscono i visitanti.
Se consentiamo che continuino a trattare così, amici, non meritiamo di vivere come liberi esseri umani.
L'estensione della guerra contro la disuguaglianza è un dovere, non un "picnic".
Per l'estensione della guerra sociale permanente a livello mondiale! Per la liberazione in ogni confine di questo mondo di tutti quelli che subiscono gli effetti dell'autoritarismo/dominio! Per la VITA! Noi non vi dimentichiamo.
Un abbraccio a tutte e tutti. A Nuria e a Marco Camenisch, a Joaquín Garcés Villacampa, grazie.
NOI NON CI RASSEGNIAMO, MAI LO FAREMO.
NON USCIREMO GRATIS.
p.s.: Che sia chiara una cosa. Io escludo completamente dalle mie azioni individuali i violentatori sistematici/occasionali, i pedofili, gli assassini di bambini, i maltrattatori, i trafficanti, i gangster polizieschi/confidenti. La morale di questi dementi è la morale delle istituzioni punitive borghesi. Si alimentano a vicenda, per semplice analogia, trattandosi di istituzioni/individui che disprezzano profondamente il diritto alla vita di altri esseri umani che sono vittime delle loro pulsioni; inoltre, esercitano tale attuazione assassina, propria delle istituzioni violenti borghesi, protetti dall'imperante patriarcato e pertanto sono nemici di classe e collaborazionisti del sistema carcerario. Il violentatore e colui che maltratta in famiglia vengono compensanti all'interno del carcere. Io con questa gente non faccio nemmeno un passo. Inoltre, io non ho soluzioni per i loro comportamenti, semplicemente mi provocano schifo e ripugnanza. Bisognerà cambiare molto rispetto a molte cose, ma io non sono uno "scienziato".
Juan Carlos Rico Rodríguez
Mer, 16/12/2009 – 14:59

Atene - Attentati anarchici contro autosalone e Pasok

ATENE, 5 GEN - Un attentato dinamitardo, verosimilmente attribuibile aglianarchici, ha completamente distrutto o gravemente danneggiato nelle primeore di stamane 22 automobili di lusso in un autosalone di un sobborgo diAtene. Un ordigno a gas e' esploso sotto una delle automobili parcheggiatein uno spazio aperto della rivendita in localita' Koropi dando luogo ad unviolento incendio che si e' esteso ad un gran numero di vetture. Sul postosono accorsi vigili del fuoco e antiterrorismo. Ieri sera un ordigno dellostesso tipo era esploso davanti alla sede del Pasok alla periferia dellacapitale, facendo danni non gravi. Nessuno dei due attentati e' statorivendicato. Nei giorni scorsi un 'Commando per la vera solidarieta''aveva rivendicato un attentato incendiario contro una sede della Citibankad Atene alla vigilia del nuovo anno. Nella rivendicazione si spiegaval'attacco in nome di alcuni anarchici arrestati, fra cui l'italianoAlfredo Bonanno detenuto in Grecia in attesa di processo per complicita'in una rapina.
da: agenzie

Salonicco - Attacco incendiario contro veicoli del governo

fonte: Ai Ferri Corti
Nelle ultime ore di natale abbiamo dato fuoco a 3 veicoli del municipio diStavroupoli, a Salonicco. Le auto che portano una speciale identificazionestatale, come un municipio di una grande città, saranno sempre un buonobiettivo. Abbiamo scelto questo particolare giorno in un tentativo dirovesciare lo stato d'animo e l'aspetto morale, per sabotare la ridicolasituazione di festa con gli alberi decorati, i presepi nelle piazze e levergognose cene familiari che sanno tanto d'ipocrisia e d'infelicità.Tutte queste stupidaggini sul natale universale, basate sullo spettacolo esulla promozione della cultura del consumo di massa, con l'umanitarismo ela "solidarietà sociale" non possono esser altro che la conferma delladecadenza della società.Da parte nostra, noi intendiamo in maniera diversa la solidarietà: lamettiamo in atto attraverso l'incessante azione rivoluzionaria fino aliberarci delle catene di qualsiasi autorità. Così, la nostra solidarietà,assieme ai nostro saluti cordiali, li inviamo ai compagni anarchicicatturati dallo Stato per aver deciso di partecipare alla guerra sociale.Per Gabriel Pombo Da Silva, che è rinchiuso ad Aachen, Germania, e che inquesto momento è in sciopero della fame cercando di manifestare un'altravolta contro il sistema penitenziario, per i compagni che hanno aderitoallo sciopero della fame in diverse prigioni di tutto il mondo come: MarcoCamenisch in Svizzera, Juan Carlos, Francisco, Honorio e Alberto inSpagna, Diego in Argentina e Sergio, Miguel ed Evelyn in Italia.Per Alfredo Bonanno, Christos Stratigopoulos e Amadeu Casellas,sequestrati ed arrestati anche in passato per degli espropri bancari.A Tamara, arrestata solo 10 giorni fa ed adesso detenuta nel carcerefemminile di Wad-Ras di Barcellona, accusato d'aver inviato un pacco-bombaal direttore delle istituzioni penitenziarie della Catalogna.Anche ai nostri compagni detenuti in Messico, Cile, Stati Uniti, Francia,Italia e Serbia.Ai nostri compagni arrestati in Grecia: Giannis Dimitrakis, GeorgiadisPolis, Giorgos Voutsis-Vogiatsis, Ilias Nikolaou, Panagiotis Masouras eHaris Hadjimihelakis.Oltre la precedente lista, ci sono diverse centinaia che vivono l'infernodella prigione e che si oppongono ad esse con dignità, così come queicompagni che per evitare il carcere sono ricercati dalle autorità ed altriche hanno perfino una taglia sulla loro testa, ed infine quelli che sitrovano sottoposti a diverse restrizioni e che sono in attesa di giudizio.Sarebbe impossibile dimenticarsi o non menzionare i compagni morti, dagliesempi più recenti: la morte del giovane Alexis Grigoropoulos, agliantifascisti russi Fedor Filatov e Iván Khutorskoi a Zoe in Francia eMauricio Morales in Cile.FUOCO ALLE PRIGIONI - A DISTRUGGERE LO STATO!
Fronte Ribelle Internazionalista

Rovereto - Bancomat distrutti in solidarietà ad alfredo e christos

fonte trentinocorrierealpi
Esplosioni bancomat di Roveretoc'è una rivendicazione anarchica
Una lettera è giunta alla redazione del quotidiano locale il "Trentino" in relazione all'esplosione di due bancomat di Rovereto fatti saltare la notte tra Natale e Santo Stefano. Nella missiva si legge la richiesta di liberazione di due dei maggiori teorici dell'anarchismo insurrezionalista
TRENTO. Una rivendicazione per le due esplosioni in altrettanti sportelli bancomat a Rovereto, avvenute nella notte tra Natale e Santo Stefano, è giunta in redazione al quotidiano locale, il "Trentino", e sembra aprire una pista anarchica.
Nella missiva, scritta con un righello per comporre ogni lettera, c'è la richiesta di liberare due anarchici. Si tratta di Alfredo Maria Bonanno, 72 anni, considerato tra i maggiori teorici dell'anarchismo insurrezionalista, arrestato in Grecia per concorso in rapina lo scorso 2 ottobre, e del greco Christos Stratigopoulos, attivo a metà degli anni Novanta anche in Italia.
I carabinieri di Rovereto, che si stanno occupando del caso, stanno esaminando la lettera, che porta un timbro postale di Verona e la data di lunedì 28 dicembre. Analisi tecniche verranno effettuate per rilevare eventuali impronte.
Non ha invece portato a novità la testimonianza di un uomo che quella notte vide due giovani fuggire, coi volti coperti da passamontagna, se non la conferma della dinamica dei fatti: due ordigni rudimentali fatti di petardi e le telecamere dei bancomat oscurate per evitare di essere ripresi.
(29 dicembre 2009)Lun, 04/01/2010 – 13:23

Grecia - Trasferiti Alfredo e Christos

Alfredo M. Bonanno e Christos Stratigopoulos, anarchici imprigionati in Grecia con l'accusa di aver rapinato una banca, sono stati trasferiti dal carcere di Amfissa a quello di massima sicurezza di Korydallos ad Atene. Alfredo ha fatto il viaggio ammanettato, a causa del suo grado di "pericolosità sociale", mentre una sua borsa contenente alcuni suoi libri e appunti è stata "persa" dai guardiani.Pare che il trasferimento non sia del tutto estraneo alle preoccupazioni di possibili tensioni in concomitanza col processo, previsto il 20 gennaio, che proprio ad Amfissa sarà celebrato contro il poliziotto che il 6 dicembre 2008 ha ucciso Alexis Grigoropoulos.Anche in questo caso il processo contro l'assassino di Alexis non verrà svolto ad Atene, nonostante le proteste della madre, per motivi di ordine pubblico.Mer, 20/01/2010 – 11:29

Atene - Processo per l'assassinio di Alexandros Grigoropoulos rinviato a venerdì

ATENE,20 GEN - Il processo contro i due agenti accusati di avere ucciso acolpi di pistola il quindicenne Alexandros Grigoropoulos il 6 dicembre2008, si e' aperto oggi nella cittadina greca di Amfissa ed e' statosubito rinviato a venerdì' su richiesta sia della difesa che della partecivile. Alcune centinaia di giovani anarchici hanno compiuto una previstamarcia al centro della cittadina scortati da 700 poliziotti giunti daAtene e Salonicco per timore di disordini. La manifestazione si e' svoltaquasi senza incidenti, in mezzo a slogan quali ''Avremo l'ultima parola,questi giorni sono di Alexandros''. La madre di Grigoropoulos avevarivolto nei giorni scorsi un ultimo appello al premier Giorgio Papandreoue al ministro della giustizia per chiedere di riportare ad Atene ilprocesso agli assassini del figlio. Gina Tsalikian ritiene infatti che lospostamento delle udienze renda impossibile ai testimoni e a lei stessa direcarvisi. Il processo ai due agenti, Epaminondas Korkoneas, imputato perl'omicidio, e Vassilis Saraliotis, accusato di complicità', erainizialmente previsto per il 15 dicembre scorso ad Atene, ma era statorinviato al 20 gennaio e spostato ad Amfissa, 150 km a nord dellacapitale, per evitare che si svolgesse a ridosso del primo anniversariodell'uccisione del giovane, che ha di fatto provocato dimostrazioni eincidenti non gravi ad Atene e Salonicco. Secondo gli osservatori, ancheil recente trasferimento per ragioni di salute, dapprima rifiutato, dallaprigione di Amfissa a quella ateniese di Korydallos dell'anarchicoitaliano Alfredo Bonanno, imputato di complicità' in rapina a mano armata,si spiegherebbe con l'inizio del processo Grigoropoulos. Al 'compagnoBonanno' hanno inneggiato più' volte sia gli anarchici che gruppi dellalotta armata.
da: agenzieDom, 24/01/2010 – 12:17

Berlino - Solidarieta' con Alfredo e Christos

Visita al consolato greco in solidarieta' con Alfredo e Christos
il 3 Febbraio alcuni anarchici/e hanno fatto una breve visita al consolato greco a Berlino.
Armati/e con uno striscione che recitava – sia in greco che tedesco - „la passione per la liberta' e' piu' forte di qualsiasi carcere – liberta' per Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos“ si e' cercato di creare un po' di attenzione rispetto alla situazione die due compagni incarcerati in Grecia.
Alfredo e Christos, compagni attivi da vari anni all' interno del movimento anarchico, sono stati arrestati il 1 Ottobre 2009 a Trikala in Grecia, accusati di una rapina ad una banca.
Alcuni volantini sono stati distribuiti ai passanti. Un fax e' stato dato al console e mandato al „ministero per la giustizia e i diritti umani di Grecia“. Il fax era una copia di un altro che e' stato utilizzato da compagni/e greci per un' azione simile negli ultimi giorni.
Questa piccola azione rappresenta un pezzetto di solidarieta' lungo la lotta per la lberta' di entrambi i compagni.
Diverse espressioni della solidarieta' hanno avuto luogo in vari paesi negli ultimi mesi.
Manifesti in solidarieta' con i due (in tedesco ed inglese, per visionarlo: http://325.nostate.net/wp-content/uploads/bonanno-christos.jpg) possono essere richiesti alla crocenera Berlino.
Per maggiori informazioni:
www.abc-berlin.net (tedesco)
www.325.nostate.net & aftertrikala.blogspot.com (inglese)
Per la liberta' immediata di Alfredo!
Liberta' per Christos e tutti/e gli/le altri/e – distruggere le carceri!
Alcuni/e anarchici/e in solidarieta'

Saluti dalla Grecia

riceviamo e pubblichiamo
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Due anarchici vengono arrestati dopo un colpo in una banca. Il primo l’ha rapinata, arma in pugno. Il secondo dicono che l’avrebbe aiutato, prendendo in consegna il denaro. È accaduto in un piccolo paesino della Grecia, lo scorso 1 ottobre. E allora? Sono cose che capitano. E poi quello è un paese lontano, dalla lingua incomprensibile e intraducibile. A chi volete che interessi? Il rapinatore è Christos Stratigopulos, già arrestato e condannato qui in Italia una quindicina di anni fa per un’accusa simile. Scontata la pena, se n’è tornato in Grecia. Ricordato da pochi, sconosciuto ai più. L’altro arrestato invece è italiano, ed è Alfredo Bonanno. Sì, proprio lui; chi non ha mai udito il suo nome? Nel suo piccolo la notizia ha fatto presto il giro del mondo, rilanciata da molte agenzie stampa: «uno dei maggiori teorici dell’anarchismo insurrezionalista», «fra i maggiori ideologi dell’anarchia», «l’attivista e scrittore anarchico», «il latitante rapinatore anarchico internazionale», «il teorico della violenza rivoluzionaria»... è finito di nuovo dietro le sbarre. Sul posto si sono precipitati gli uomini dell’antiterrorismo, sia greco che italiano, pronti a sfruttare la ghiotta occasione. Gli elementi per imbastire un bel teorema ci sono tutti: un paese in cui ci sono ancora dei focolai ardenti dopo il grande incendio insurrezionale divampato lo scorso dicembre, un anarchico greco attivo nel movimento, un anarchico straniero noto per le sue teorie sovversive che girava il paese a far conferenze, una banca svaligiata.
Christos si è assunto la piena responsabilità del gesto, causato da problemi economici, negando il coinvolgimento di Alfredo. Ma il giudice, ovviamente, non gli ha creduto. Entrambi quindi restano in prigione. Il primo, perché ha osato allungare le mani sulla ricchezza piuttosto che rassegnarsi a crepare nella miseria. Per di più, è anarchico. Il secondo, perché... perché... perché forse ha aiutato il suo compagno. E di sicuro è anarchico. Tanto basta.
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Due anarchici vengono arrestati dopo un colpo in una banca. All’esterno si organizza la solidarietà. Si cominciano a raccogliere fondi, si preparano iniziative. Ma non solo. Ad Atene i due prigionieri ricevono gli esplosivi saluti del gruppo Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che aveva appena disturbato l’incoronamento del nuovo premier ellenico. A Villejuif, Francia, c’è chi rende loro omaggio mandando in frantumi i vetri della locale sede del Partito Socialista. Una delle bellezze dell’anarchia è quella di non conoscere frontiere. E in Italia? Beh, qui ci si limita a comunicare la notizia, riportando fedelmente e freddamente le veline dei giornalisti. Nessun commento. Tacciono gli estensori dei comunicati virtuali quotidiani. Ammutoliscono gli zappatori del proprio orticello militante. Tutti zitti i piccoli strateghi delle giuste alleanze. Il movimento ormai è diventato una community, chi non ne condivide regole e linguaggio non esiste. Non ha titolo. Che a furia di inseguire le masse ci si sia dimenticati degli individui? Forse è meglio così. Meglio un sincero silenzio, se dinnanzi a un fatto simile non si sa più cosa dire, che un ipocrita chiacchiericcio solidale. Quello riserviamolo alle disavventure di stalinisti & ruderi vari. Oppure lasciamolo ad alcuni fascisti del terzo millennio, che su uno dei loro forum hanno reso “onore” ai due anarchici arrestati.
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Due anarchici vengono arrestati dopo un colpo in una banca. Il primo ha 46 anni, il secondo 72. Colpevoli o innocenti che siano, per il loro essere anarchici non hanno nemmeno l’attenuante della malattia infantile dell’estremismo. Testardi come sono, non hanno capito che oggi è tempo di cavalcare l’onda dei movimenti sociali, di presidiare chissà cosa davanti ai luoghi del potere, di fare gli assistenti sociali ai dannati della terra. No, non l’hanno capito. Il sogno che hanno nel cuore è troppo grande per adeguarsi al tic-toc dei tempi moderni.
Nessun perdono, nessuna pietà. Addio Lugano bella.Lun, 19/10/2009 – 16:11

Torino - Un corteo che c’è

fonte macerie
È il primo pomeriggio di sabato, in corso Giulio Cesare. Improvvisamente si materializzano una cinquantina di manifestanti, armati di striscioni, volantini, megafono, manifesti e vernice. Bloccano l’incrocio e cominciano a parlare, a spiegare perché sono lì e perché protestano; intanto qualcuno oscura una telecamera di sorveglianza e si prepara ad accecare tutte quelle che troverà sul suo cammino. Poi partono per un lungo giro tra Borgo Dora e Porta Palazzo: è un vero e proprio piccolo corteo. La Celere non c’è, e neanche la Digos: per questo corteo nessuno ha chiesto l’autorizzazione, né è circolato alcun appello. Un corteo che c’è e basta, blocca il traffico e gira industurbato a Porta Palazzo fino nel centro del mercato e poi dentro a Borgo Dora. L’aria si riempie di discorsi e slogan, i muri di manifesti e scritte: contro le espulsioni, contro la violenza della polizia («Zelante come uno sbirro che uccide», recita uno degli striscioni), contro gli sgomberi, contro i razzisti della Lega e contro la “sorveglianza speciale”. Si parla molto dell’espulsione di Adel, ma anche della morte di Stefano Cucchi e dell’arresto in Grecia di Alfredo Bonanno e Christos Stratigopoulos. Dopo un’oretta di strada, i manifestanti si disperdono. La volante che aveva seguito il corteo – lasciandosi depistare varie volte e senza mai osare avvicinarsi – rimane da sola. Solo dopo un po’ arriverà la Digos e si apposterà a sorvegliare il niente, tentando di digerire l’ennesimo smacco.Mar, 17/11/2009 – 17:22

Londra - All'ambasciata greca anarchici solidali con Alfredo e Christos

Mercoledì, 10 febbraio, degli anarchici si sono recati all'ambasciatadella Greca a Londra per protestare contro le condizioni di prigionia inquel paese e per inviare un fax al ministro di Giustizia, in merito allasituazione di Alfredo Bonanno. Gli addetti dell'ambasciata non li hannofatti entrare e si sono rifiutati di inoltrare il fax. Subito dopo sonoaccorsi agenti della polizia inglese pesantemente armati.Sul blog: www.actforfreedomnow.blogspot.com le foto, il testo del fax equello del volantino diffuso davanti all'ambasciata.Mar, 23/02/2010 – 16:47

Bristol (UK) - Banca RBS attaccata con pietre e fuoco per il progetto Tar

fonte: Actforfreedomnow
Nelle prime ore di martedì, 23 Febbraio 2010, anarchici hanno attaccato ilquartier generale della Royal Bank of Scotland, nel cuore della Bristol insviluppo.Nonostante il traffico stradale e la vicinanza della sicurezza, i compagnisono riusciti a spaccare le finestre ed a lanciare le bombe di vernicecontro i piani superiori, mentre la strada veniva bloccata con pneumaticidati alle fiamme.Una litania di abusi da parte della RBS e di qualsiasi altra bancapotrebbe continuare per pagine, ma è sufficiente affermare che ogni bancafa parte della prigione finanziaria che detiene ed impoverisce noi tutti.Queste azioni avranno un'escalation e si moltiplicheranno.Dedichiamo quest'azione a tutti i combattenti indigeni ed ai loro alleatiin lotta contro il progetto Tar Sands in Canada, nel quale la RBS ha fattodegli investimenti, ed anche tutti coloro che lottano contro le Olimpiadiinvernali del 2010.Quest'azione è anche in solidarietà con Alfredo M. Bonanno, ChristosStratigopoulos, Georgiades Polykarpos, Vaggelis Chrisohoides, GiannisDimitrakis, Gabriel Pombo da Silva, tutti gli imputati/combattenti diLondon G20 e tutti gli altri prigionieri in lotta.Per la lotta internazionale contro il capitalismo e lo Stato
Gio, 25/02/2010 – 12:52

Comunicato in solidarietà ad Alfredo e Christos

riceviamo e pubblichiamo:
Segue traduzione di un comunicato scritto da alcuni compagni inglesi e apparso sul sito 325.nostate.net il 12 febbraio, in seguito alla notizia dell’ennesimo rifiuto dei domiciliari ad Alfredo Bonanno e Christos Stratigopolous
I due compagni anarchici Alfredo Maria Bonanno e Christos Stratigopolous, accusati di aver commesso una rapina in una banca di Trikala, Grecia, si sono visti rifiutare per l’ennesima volta la richiesta di arresti domiciliari. Alfredo, che ha seri problemi di salute e un bisogno urgente di trattamento medico, deve uscire di prigione subito. La sua prolungata detenzione è dovuta solo alle sue idee ed ai suoi scritti teorici sull’anarchismo. Un anarchismo che, lungi dall’essere morto, è più che mai furiosamente vivo e vegeto; anzi è destinato a squarciare quest’unione europea nel profondo delle sue viscere. Un anarchismo che trova un fertile terreno nelle menti non ancora limitate da confini, aperte alla visione anarchica di un modo senza chiesa, Stato e capitale, senza sottomissione né povertà.
Questo è un anarchismo di libertà, gioia e solidarietà; un anarchismo di pietre e di fuoco, di sovversione e di attacco. E’ la dinamite che esplode contro il nemico di classe a Santiago del Cile; è l’anarchismo delle banche attaccate in tante città degli Stati Uniti e del Regno Unito; è l’anarchismo delle BMW e delle Porsche in fiamme che hanno illuminato il cielo della notte di Berlino e Amburg; è l’anarchismo delle azioni di attacco di Salonicco e Atene.
Questo è l’anarchismo dello sguardo complice scambiato nel mezzo di una folla ostile, quando si è in coda o al lavoro; a volte è come un sorriso, una calda espressione di gioia; altre ancora è un amico che ti salva dalle batoste che hai preso per tutta la tua vita; altre volte è nei proiettili che si spera vengano trovati sempre più spesso nelle teste dei potenti e dei loro servi.
Alfredo non ha mai tradito le sue idee nella penna e nell’inchiostro della congettura, al contrario ha scritto parole che esprimono la realtà, intuizioni che nascono nella lotta sociale ancora viva nei cuori di coloro che non smettono di sognare, che vogliono riprendersi quella vita negata dalla società prigione dello Stato e del capitale.
E’ un anarchismo che non può essere imprigionato, represso e messo fuori gioco perché non appartiene a nessuno e appartiene a tutti; è un anarchismo che, attraverso i mezzi semplici che possono essere usati per liberarsi dall’oppressione, comunica attraverso la resistenza e trova complici ovunque, perché ovunque ci sono persone che non hanno rinunciato alla speranza di cambiare le condizioni miserabili della loro vita.
Distruggere tutte le prigioni – Alfredo e Christos liberi
Per scrivere ai compagni:
Alfredo BonannoChristos Stratigopolous
Dikastikes Filakes KoridallosT.K. 18110AteneGrecia

Grecia - Stralci di una rivendicazione

fonte: Culmine
Un lungo comunicato in greco è stato diffuso da parte del gruppo anarchico"Cospirazione delle Cellule di Fuoco". Si tratta del primo comunicato dopogli arresti dei 4 giovani, sospettati di appartenere a taleorganizzazione.Nel comunicato si afferma che i 4 arrestati sono estranei ai reaticontestati, si rivendicano due attacchi dinamitardi, vengono forniti deidettagli minuziosi sul come confezionano gli ordigni, si preannuncia comeprossimo obiettivo il nuovo dirigente dell'EYP (national intelligenceservice) ed infine si invia un saluto a Christos e Alfredo.Seguono solo degli stralci tratti dal comunicato in questione, stralciripresi da diversi siti. Per chi conosce il greco:athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1086508_________________________________
Il gruppo anarchico "Conspiracy of the Cells of Fire" si assume laresponsabilità degli ultimi attacchi esplosiviIl gruppo rivendica l'esplosione davanti alla casa di Louka Kasteli(membro del PASOK) avvenuta lo scorso 23 settembre e l'esplosione duranteil comizio di Costas Karamanlis, avvenuto il 2 ottobre. Le due esplosioninon hanno causato vittime, ma solo danneggiamenti.Il comunicato inizia col dire che in tempi difficili non abbandonano lalotta e che, malgrado le indagini della polizia, essi non si fermeranno.In merito ai recenti arresti di 4 giovani accusati di terrorismo: "puòtrattarsi di una strategia da campagna elettorale... trucchi daintimidazione... non lo sappiamo e nemmeno riusciamo a capire la lorologica." Si aggiunge che i giovani arrestati non hanno alcun rapporto con"Conspiracy of the Cells of Fire".“Siamo orgogliosi delle nostre scelte e azioni, abbiamo il coraggio, ilprivilegio e l'onore di guardarci allo specchio, senza provare vergogna."Sull'attentato durante il comizio del primo ministro: "Abbiamo preso ladecisione di collocare una bomba proprio contro di lui, per inviare unmessaggio durante il suo ultimo intervento come premier, provocando ilpanico tra le autorità, costrette ad evacuare la zona."Infine: " Salutiamo con piacere i compagni anarchici ChristosStratigopoulos e Alfredo Bonanno che, malgrado l'età, continuano amantenere la loro intatta negazione e continuano lungo il cammino chehanno scelto."Mer, 07/10/2009 – 11:46

E' online Cenere - No-blog di disinformazione e critica dell'esistente

riceviamo e diffondiamo
Non saranno certo quattro parole buttate giu nel fiume in piena d’interneta bloccare il pacchetto sicurezza e non sarà nemmeno con un analisiazzeccata degli avvenimenti, che disarmeremo la repressione e denuderemo ilre. Contrastare la dittatura democratica è possibile con azioni che lontanodalla gabbia dorata del web colpiscano il nemico nelle strade, dove hapunti deboli e sensibili. Nonostante tutto non va sottovalutato qualsiasiapporto che potrebbe risultare utile a trovare la strada giusta e a tastareil tallone d’achille del gigante che affrontiamo. L’informazione e lacomunicazione autogestite hanno ancora un ruolo importante per discernereil reale tra la marea di cazzate, calunnie, carognate e comode menzogne cheaffastellate l’una sull’altra, tra tv, stampa e internet creano una realtàfittizia. Tutto ciò che è falso attraverso canali di comunicazione adeguatidiventa verità e viceversa, costretti al ruolo sociale di pubblico, a noi,sta solo il dovere di assistere al processo di creazione della realtà econtribuire col nostro consenso a renderla valida. “Tutto sta per diventareevanescente e proprio per questo molto più solido e meno direttamentepercepibile nella sua rappresentazione” [1], non abbisognamo nemmeno d’imposizioni tramite violente coercizioni ma nonostante tutto, in questo,avvertiamo un legame tra il concetto d’informazione contemporanea e quellodi repressione. “Le costrizioni sono diventate meno occulte e piùgrossolane, meno efficaci, più numerose. La docilità non emana più da unamagia clericale, ma risulta da una folla di piccole ipnosi: informazione,cultura, urbanismo, pubblicità, suggestioni condizionanti al servizio diogni ordine stabilito e a venire”[2]. Neanche su questo ci illudiamo dipoter cambiare il corso degli eventi, ma almeno possiam provare a risalirela corrente, come salmoni, per riprodurre il nostro esistente e restareattaccati a quella realtà che senza la nostra testimonianza semplicementecesserebbe di esistere. Proprio per questo, abbiam scelto di dar spazio adalcuni interessi, in modo da far una selezione di notizie che riteniamoutili allo scopo, tentando dove ci è possibile di commentarle e inquadrarlenel contesto. Diffiamo e sopratutto disprezziamo la politica con la Pmaiuscola, ma non dobbiamo per questo cadere nel tranello d’ignorarla,anche perchè lei di certo non ignorerà noi, anzi con il suo fare invasivostuprerà i nostri cervelli e i nostri corpi fino a violarci l’anima,scovando ogni nostro più intimo desiderio. Qualcuno ha detto che viviamo intempi bui, in tempi di guerra; ed è proprio in momenti del genere che ciconviene avere i nervi saldi, i muscoli tesi, i cinque sensi recettivi,pronti a percepire ogni minimo segnale e a scattare di conseguenza. Sonomomenti particolari della storia in cui dobbiamo anche annusare il ventoper eludere un accerchiamento, e imparare a leggere i segni sul terreno persfuggire ad un imboscata. Questo è quello che tenteremo di fare, secondo lenostre possibilità, sperando di avvelerci di qualsiasi commento ecollaborazione utili ad un confronto costruttivo che ha come obiettivo ladistruzione della società come oggi è concepita.
Cenere sarà anche dimora delle Edizioni Straordinarie e di tutto ciò chepossa essere usato come scalpello per scalfire e infine sgretolare le muradi questo esistente.Bisognerà trasformare tutto in macerie, una volta giunti al culmine dellariappropriazione delle nostre vite ed ecco che, a quel punto, rimarrà solola cenere di ciò che ci ha resi schiavi per troppo tempo.
[1] A. Bonanno.
[2] R. Vaneigem.
______Scrivete quindi a: cenere@inventati.org - cenere.noblogs.org

Non siamo schiavi…


(Alfredo M. Bonanno e Christos Stratigopoulos sono rinchiusi nel carcere di Amfissa, a centocinquanta chilometri da Atene. Un carcere fatiscente, nel quale le condizioni detentive sono vicine a quelle di un campo di concentramento, tanto da essere soprannominato “il crematorio”. Sono stati rinviati a giudizio e aspettano il processo. Chi volesse scrivere loro può farlo inviando la corrispondenza a: Tzamala 3 - 33100 Amfissa - Greece. Il manifesto che vi abbiamo appiccicato qua sopra è – da quel che sappiamo - il primo scritto abbastanza sensato e significativo che sta circolando in Italia a proposito del loro arresto. Ci piace pubblicarlo qui, mescolandolo ai nostri racconti quotidiani di sommosse, evasioni e rivolte, proprio a dimostrare che “la dignità offesa che scaccia la disperazione e si trasforma in azione” non è una esortazione colma di speranza ma un fatto già concreto e che di processi insurrezionali in corso, bene o male, qualcuno ce n’è. Circoscritti e limitati quanto si vuole, ma meglio spendersi in questi che invecchiare aspettando i prossimi – sicuramente più vasti e puri e distruttivi –, magari lamentandosi a voce alta nell’attesa. Vi invitiamo dunque a scaricare e far circolare questo manifesto. E se poi avete voglia di leggere un po’, date una occhiata a questi brevi passaggi sulla “solidarietà” con i prigionieri, stralci di un articolo pubblicato proprio sulla rivista di Alfredo poco prima del suo arresto. Potrebbero essere un nuovo inizio di una vecchia discussione.)

Grecia - Rivendicato l'attacco incendiario contro l'Emporiki Bank

fonte: quotidiano greco Eleutherotupia, 31.03.10
Uno sconosciuto ha rivendicato l'attacco incendiario contro l'EmporikiBank, avvenuto a Salonicco il 29 marzo. La rivendicazione è stataeffettuata attraverso una chiamata al quotidiano greco Eleutherotupia. Iltesto della rivendicazione:
"Terroristi sono le banche ed i capitalisti. Rilascio immediato perAlfredo Bonanno, la cui carcerazione equivale ad uno sterminio fisicoconsiderando la sua età (73 anni) e la sua situazione di salute.Libertà per C. Stratigopoulos, Dimitrakis e Voutsis-Vogiatzis.Che i fuochi illuminino le nostre secche lacrime per l'omicidio delcompagno Lambros Fountas".Ven, 02/04/2010 – 10:00

Roma - Resoconto del presidio per Alfredo e Christos [26 marzo 2010] + Foto



RESOCONTO DEL PRESIDIO ALL'AMBASCIATA GRECA A ROMA, 26 MARZO 2010
Venerdì 26 marzo, nell'ambito delle iniziative per la solidarietà internazionale ad Alfredo Bonanno, si è svolto a Roma un presidio nei pressi dell'ambasciata greca.
Un presidio che nello specifico ne pretendeva la scarcerazione immediata.
Alfredo, compagno anarchico di 73 anni, si trova sequestrato dallo stato greco dallo scorso ottobre, attualmente nel carcere di Koridallos ad Atene.
E' accusato di concorso in rapina ad una banca con un altro compagno, Xristos Stratigopoulos, il quale ha da subito assunto la piena responsabilità rispetto alla rapina, tentata presso una banca nella cittadina di Trikala.
Di fatto, Alfredo resta detenuto per cause esplicitamente ricondotte, anche nelle carte di tribunale nelle quali gli si è negata la scarcerazione alcuni mesi fa, alla sua identità politica di anarchico. Su questo e sulle gravi condizioni di salute in cui purtroppo si trova, è basata la nuova richiesta di scarcerazione, per cui venerdì mattina si è svolta un'udienza presso il tribunale di Larissa, competente per territorio. Per Xristos gli avvocati non si sono mossi, poiché lui, di fatto non ha alcuna richiesta da fare ai giudici.
Perché è anarchico, Alfredo ha la nostra solidarietà incondizionata.
Perché non sta bene, ne dobbiamo ottenere la liberazione. Subito.
Verso le 9.00 un gruppo di compagne e compagni si è dato appuntamento nel quartiere Parioli, dove sono presenti in gran numero le ambasciate di vari paesi. Ad aspettarlo (il presidio era chiamato) un nutrito assembramento di guardie: carabinieri e polizia in antisommossa coordinati da circa una ventina di agenti in borghese. Si può dire che il rapporto fosse di 5 a 1. E che le direttive su come gestire la piazza venissero dall'alto. Il presidio è stato chiuso alla possibilità di arrivare direttamente di fronte all'ambasciata, motivo per cui si è rimasti fermi a due isolati, con un'amplificazione e vari interventi a bloccare il traffico distribuendo testi che riportiamo in appendice. D'altra parte, il fatto che la zona fosse stata militarizzata ha creato da sé attenzione e allarme in tutti quelli che passavano di lì, fino a far scendere in strada anche alcuni rappresentanti dell'ambasciata greca, rigorosamente dietro le file degli sbirri.
Sciolto il presidio sono comparse sui muri scritte e tazebau in solidarietà ai compagni e in ricordo di Labbros Fuddas, compagno assassinato dalla polizia lo scorso 10 marzo ad Atene, in seguito ad un conflitto a fuoco.
Per concludere, valutando comunque necessarie delle considerazioni sul come portare avanti iniziative di questo genere, riprendiamo le parole dei compagni che a Londra, lo scorso febbraio, avevano fatto visita all'ambasciata greca per gli stessi motivi, dicendo che "questa piccola dimostrazione di solidarietà aveva lo scopo di mostrare allo stato greco che i nostri compagni imprigionati non sono soli.
Sappiamo perfettamente come, nell’ambito della lotta contro la repressione e a sostegno dei compagni detenuti, questo tipo di azioni siano futili in sé per sé, e dovrebbero perciò essere collocate nel contesto di una più ampia ed estesa progettualità di solidarietà internazionale mirata alla generalizzazione dell’attacco contro l’esistente".
Ricordiamo che i giudici, in Grecia, da venerdì 26 sono in procinto di sentenziare sulle sorti di Alfredo.....
Compagne e compagni dell' Assemblea AntiAutoritaria di Roma
I testi che abbiamo scelto di distribuire – liberamente tradotti o ripresi da quelli già in circolazione alcuni, farina del nostro sacco altri....
testo 1:
NESSUNA FORTEZZA E' INDISTRUTTIBILE
...IL SEGRETO E' NELLA NOSTRA DETERMINAZIONE
Non ci convinceranno mai gli addomesticatori della democrazia che la vita è sopravvivenza, che il lavoro libera, che dobbiamo essere schiavi ammaestrati nell'ingranaggio di un meccanismo globale basato sullo sfruttamento e l'oppressione.
Non diventeremo mai dei “buoni cittadini” che affondano nella solitudine depressiva del proprio divano, vili infami che servono il dogma della sicurezza, soddisfatti della loro insulsa esistenza.
Non rieducheranno i nostri desideri con leggi, regole e gattabuie.
Ci saranno sempre quelli che osano e continueranno ad attaccare la logica e la morale del dominio, che bruceranno nello stesso fuoco che abbiamo acceso, la cenere della sapienza e la fiamma dell'azione.
Non ci interessa la mitizzazione di azioni-strumenti che da sempre appartengono ad ogni oppresso cosciente né, d'altra parte, è nostro interesse creare “innocenti” e “colpevoli”, come fa la legge borghese e i suoi lacchè.
Salutiamo con gioia e rispettiamo le scelte personali e l'attività eterogenea di compagni – anarchici, rivoluzionari e ribelli – che guardano il nemico negli occhi e lo assalgono avendo un sogno nel cuore.
Contro l'esistente e quelli che lo sopportano, esprimiamo la solidarietà attiva, manifestiamo la nostra rabbia. Per la libertà. Fino alla distruzione di tutte le galere e della società che le produce.
LIBERTÀ PER GLI ANARCHICI
ALFREDO M. BONANNO E CHRISTOS STRATIGOPOULOS
detenuti nel carcere ateniese di Koridallos
in custodia cautelare dal 1° ottobre 2009
con l'accusa di aver rapinato una banca.
Roma, marzo 2010 Anarchici e anarchiche solidali
testo 2:
I due compagni anarchici Alfredo Maria Bonanno e Christos Stratigopolous, accusati di aver commesso una rapina in una banca di Trikala, Grecia, si sono visti rifiutare per l’ennesima volta la richiesta di arresti domiciliari. Alfredo, che ha seri problemi di salute e un bisogno urgente di trattamento medico, deve uscire di prigione subito. La sua prolungata detenzione è dovuta solo alle sue idee ed ai suoi scritti teorici sull’anarchismo. Un anarchismo che, lungi dall’essere morto, è più che mai furiosamente vivo e vegeto; anzi è destinato a squarciare quest’unione europea nel profondo delle sue viscere. Un anarchismo che trova un fertile terreno nelle menti non ancora limitate da confini, aperte alla visione anarchica di un modo senza chiesa, Stato e capitale, senza sottomissione né povertà.
Questo è un anarchismo di libertà, gioia e solidarietà; un anarchismo di pietre e di fuoco, di sovversione e di attacco. E’ la dinamite che esplode contro il nemico di classe a Santiago del Cile; è l’anarchismo delle banche attaccate in tante città degli Stati Uniti e del Regno Unito; è l’anarchismo delle BMW e delle Porsche in fiamme che hanno illuminato il cielo della notte di Berlino e Amburg; è l’anarchismo delle azioni di attacco di Salonicco e Atene.
Questo è l’anarchismo dello sguardo complice scambiato nel mezzo di una folla ostile, quando si è in coda o al lavoro; a volte è come un sorriso, una calda espressione di gioia; altre ancora è un amico che ti salva dalle batoste che hai preso per tutta la tua vita; altre volte è nei proiettili che si spera vengano trovati sempre più spesso nelle teste dei potenti e dei loro servi.
Alfredo non ha mai tradito le sue idee nella penna e nell’inchiostro della congettura, al contrario ha scritto parole che esprimono la realtà, intuizioni che nascono nella lotta sociale ancora viva nei cuori di coloro che non smettono di sognare, che vogliono riprendersi quella vita negata dalla società prigione dello Stato e del capitale.
E’ un anarchismo che non può essere imprigionato, represso e messo fuori gioco perché non appartiene a nessuno e appartiene a tutti; è un anarchismo che, attraverso i mezzi semplici che possono essere usati per liberarsi dall’oppressione, comunica attraverso la resistenza e trova complici ovunque, perché ovunque ci sono persone che non hanno rinunciato alla speranza di cambiare le condizioni miserabili della loro vita.
Distruggere tutte le prigioni – Alfredo e Christos liberi
Testo 3:
Stralci di uno scritto........
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Due anarchici vengono arrestati dopo un colpo in una banca. Il primo l’ha rapinata, arma in pugno. Il secondo dicono che l’avrebbe aiutato, prendendo in consegna il denaro. È accaduto in un piccolo paesino della Grecia, lo scorso 1 ottobre. E allora? Sono cose che capitano. E poi quello è un paese lontano, dalla lingua incomprensibile e intraducibile. A chi volete che interessi? Il rapinatore è Christos Stratigopulos, già arrestato e condannato qui in Italia una quindicina di anni fa per un’accusa simile. Scontata la pena, se n’è tornato in Grecia. Ricordato da pochi, sconosciuto ai più. L’altro arrestato invece è italiano, ed è Alfredo Bonanno. Sì, proprio lui; chi non ha mai udito il suo nome? Nel suo piccolo la notizia ha fatto presto il giro del mondo, rilanciata da molte agenzie stampa: «uno dei maggiori teorici dell’anarchismo insurrezionalista», «fra i maggiori ideologi dell’anarchia», «l’attivista e scrittore anarchico», «il latitante rapinatore anarchico internazionale», «il teorico della violenza rivoluzionaria»... è finito di nuovo dietro le sbarre. Sul posto si sono precipitati gli uomini dell’antiterrorismo, sia greco che italiano, pronti a sfruttare la ghiotta occasione. Gli elementi per imbastire un bel teorema ci sono tutti: un paese in cui ci sono ancora dei focolai ardenti dopo il grande incendio insurrezionale divampato lo scorso dicembre, un anarchico greco attivo nel movimento, un anarchico straniero noto per le sue teorie sovversive che girava il paese a far conferenze, una banca svaligiata.
Christos si è assunto la piena responsabilità del gesto, causato da problemi economici, negando il coinvolgimento di Alfredo. Ma il giudice, ovviamente, non gli ha creduto. Entrambi quindi restano in prigione. Il primo, perché ha osato allungare le mani sulla ricchezza piuttosto che rassegnarsi a crepare nella miseria. Per di più, è anarchico. Il secondo, perché... perché... perché forse ha aiutato il suo compagno. E di sicuro è anarchico. Tanto basta.
Testo 4:PERCHE’ NON DOVREMMO ESSERCI?!?!
Siamo avversi a quei rapporti umani piatti, funzionali, utili.Per i quali la fiducia si tramuta in fede, la generosità in scambio di favori, la solidarietà in interesse, il rispetto in sottomissione.Ma non abbiamo tempo, né interesse, per aspettare che una diversa egemonia culturale, un nuovo leader o qualche moderno messia cambi la situazione.Non crediamo in altre vite, quindi quello che vogliamo, lo vogliamo adesso.
Le relazioni umane mediate dalle istituzioni o da comportamenti morali imposti non ci appartengono.La squallida pratica di guardare prima il portafogli e poi gli occhi di una persona, è abitudine di una società dove tutto è ridotto ai numeri, alla quantità, al profitto.In questo raccapricciante scenario umano sappiamo bene dalla parte di chi stare, e non è certo un conto banca a suggerircelo.È tra coloro che non si rassegnano ad una vita di obbedienza e rassegnazione, la propria e quella degli altri, che troviamo sguardi fraterni e braccia complici, compagni e compagne.
Ci dovrebbe interessare sapere che le persone per le quali stiamo chiedendo la liberazione sono rei di una tentata rapina in banca? Beh, non è così. Non ci interessa. Almeno non nella misura in cui questo dovrebbe portare a considerarli dei miserevoli abietti. Ma se proprio dovessimo esprimerci a riguardo, avendo, da piccoli, sempre fatto il tifo per i pirati, figuriamoci quali parole di sdegno potremmo mai pronunciare!!?? Nessuna. Al massimo saremmo rammaricati del fatto che non ci siano riusciti, a ripulire quella banca. Ma non è questo il punto.
Christos e Alfredo sono nostri compagni, e in quanto tali pensiamo meritino il nostro appoggio, la nostra solidarietà.
Si cerca spesso di far passare queste ultime per inclinazioni alle quali sono dediti quelli che vengono poi etichettati come degenerati terroristi.D’altronde la miseria di questo ordine preferisce dei piccoli uomini e delle piccole donne, egoisti, chiusi nel loro piccolo mondo di oggetti.Per questo, anche, lo vogliamo cancellare, noi, questo ordine autoritario.Per questo siamo sordi alle sentenze espresse dalle sue istituzioni, che vorrebbero insegnarci quali sono i buoni e quali i cattivi.Sentiamo invece forte e chiaro il grido della libertà e il frastuono delle sue passioni mentre guidano chi non si rassegna.
LIBERTÀ PER ALFREDO M. BONANNO E XRISTOS STRATIGOPOULOSDETENUTI IN CUSTODIA CAUTELARENEL CARCERE ATENIESE DI KORIDALLOS DAL 1°OTTOBRE 2009CON L'ACCUSA DI AVER RAPINATO UNA BANCA
Roma, marzo 2010AssembleaAntiAutoritaria
testo 5:Non siamo schiavi, siamo dinamite
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. La miseria, che il progresso sembrava aver bandito dall’occidente, torna a far sentire i suoi morsi. I banchieri non si stanno ancora lanciando dalle finestre, ma le strade si stanno riempiendo di poveri. Fabbriche e negozi chiudono i battenti. Milioni di persone si ritrovano senza mezzi con cui affrontare il futuro. Avevano promesso che una vita trascorsa in ginocchio, fra un lavoro a beneficio di un padrone e un’obbedienza ai voleri del governo,avrebbeassicurato perlomeno una quieta sopravvivenza. Ora è chiaro a tutti che si trattava di una menzogna.
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Le file davanti alle mense popolari si ingrossano. Nei supermercati il numero dei furti è in aumento costante. Si accatastano le procedure di pignoramento. E mentre in basso si cerca di non morire di fame, in alto si preparano al peggio, alla paventata esplosione sociale. Si assicura “tolleranza zero” per chi infrange la legge, si predispongono nuove strutture di detenzione per indigeni e migranti, soldati e “volontari” pattugliano i quartieri videosorvegliati. Vecchi o nuovi che siano, i poveri devono saperlo: morire di stenti o suicidarsi, solo questo sarà loro permesso.
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Oggi sempre più individui allungano le mani sulla ricchezza dove ce n’è in abbondanza. Alcuni hanno anche un sogno nel cuore, come quei due anarchici, Christos e Alfredo, che l’1 ottobre sono stati arrestati in Grecia per un colpo in una banca. Il primo l’ha rapinata, arma in pugno. Il secondo dicono che l’avrebbe aiutato, prendendo in consegna il denaro. I due anarchici, uno greco e l’altro italiano, ora si trovano dietro le sbarre. La prigione è il destino promesso a chi non si rassegna a crepare nella miseria, è il destino promesso ai nemici di ogni sfruttamento e di ogni autorità.
Sono cose vecchie, dell’altro secolo. Un’economia in pezzi, una disoccupazione alle stelle, il deterioramento delle condizioni di vita, una guerra fra poveri fomentata dai tirapiedi dei potenti, un razzismo che da strisciante si sta facendo galoppante, un pianeta minacciato dallo sviluppo tecnologico, gli Stati che alternano la carota della democrazia col bastone del totalitarismo...In questo improvviso ritorno al passato c’è ancora qualcosa che manca. Che la dignità offesa scacci la disperazione e si trasformi in azione. Che la libertà cessi d’essere il diritto di obbedire all’autorità e torni ad essere la sfida ad ogni forma di potere.Che il desiderio di vivere non si accontenti di quanto già esiste e vada all’assalto per strappare ciò che non è mai stato.
È una cosa vecchia, dell’altro secolo, l’insurrezione
Anarchici
testo 6 :
CHI E' IL CRIMINALE?CHI E' IL RAPINATORE?
"La libertà, e quindi l'anarchia, si coglie ma non si possiede, è la qualità somma che perdo proprio nel momento in cui mi chiedo se posso conservarla garantendola contro le pretese dell'altro [...]. L'azione che non mi coinvolge, che non mi cambia la vita mettendomi a repentaglio, è un semplice fare, una routine che rischia di infettare perfino la mia stessa quotidianità".Alfredo Bonanno
Il 1° ottobre 2009 viene espropriata una banca nella città di Trikala. Più tardi, lo stesso giorno, vengono fermati e incarcerati gli anarchici Xristos Stratigopoulos e Alfredo Bonanno. Xristos assume la responsabilità dell'azione mentre Alfredo nega le accuse che gli vengono mosse.
Fino ad oggi i due compagni restano rinchiusi in condizioni disumane all'interno delle celle della democrazia greca. Ora come sempre, in tempi di crisi generale del sistema, lo stato - il partito unico dei padroni, dei rapinatori legali che accumulano la ricchezza sociale nelle loro casseforti e chiamano, tramite i media, rapinatore chiunque lotti contro questa condizione di sfruttamento e sottomissione - sa punire in modo esemplare i suoi nemici dichiarati.
Per quanto riguarda Alfredo Bonanno, il compagno settantatreenne con una costante e multiforme presenza all'interno della corrente anarchica-sovversiva internazionale che ha gravi problemi di salute ( problemi cardiaci e muscolari, diabete, pressione alta ), accertati anche dallo stato stesso, il prolungamento della sua detenzione assume caratteristiche di vendetta e di eliminazione fisica che mettono in pericolo la sua vita.
Come ogni ostaggio dello stato, anche Xristos e Alfredo non sono soli.
FERMARE L'ELIMINAZIONE FISICALIBERAZIONE IMMEDIATA DI ALFREDO M. BONANNOSOLIDARIETA' CON XRISTOS STRATIGOPOULOS
Iniziativa di solidali
Testo del manifesto stampato agli inizi di febbraio ad Atene e comparso sui muri di tutte le città della GreciaVen, 02/04/2010 – 09:43